I grandi esclusi : chi resta fuori dal Consiglio regionale in provincia di Foggia

Mancò la fortuna, non il valore a leggere i numeri da capogiro di alcuni grandi esclusi dal nuovo Consiglio regionale. A pagare il prezzo più alto

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Mancò la fortuna, non il valore a leggere i numeri da capogiro di alcuni grandi esclusi dal nuovo Consiglio regionale. A pagare il prezzo più alto, considerate le forti aspettative e le energie investite, è Rosario Cusmai.Nel 2020 non ce l’aveva fatta con 5.856 voti, perché Italia in Comune non aveva superato la soglia di sbarramento. Questa volta, non bastano la bellezza di 9.204 preferenze nella terza lista della coalizione a livello regionale e circoscrizionale. Deve arrendersi davanti ad un Antonio Tutolo scatenato e imprevedibile, più che sottovalutato, fino alla vigilia. Proprio sul campo di Lucera, si consuma la sconfitta più cocente: nonostante il sostegno del sindaco Giuseppe Pitta, anche lui emilianista, totalizza appena 296 preferenze contro le oltre 6mila del consigliere uscente. È la seconda beffa per il consigliere del presidente della Regione Puglia per le Autonomie Locali e coordinatore del movimento civico Con, da sempre cauto nelle analisi con il pallottoliere in mano.Il restyling del Pd tradisce Paolo Campo, clamorosamente fuori. Gli sforzi profusi per garantire la tenuta della maggioranza in Consiglio regionale da capogruppo Dem, riconosciuti dal partito, non sono stati ripagati. I Dem, evidentemente, non lo hanno blindato. Dopo dieci anni di onorato servizio, scivola al sesto posto con 5.299 voti, sorpassato da Maria Teresa Fiore, Teresa Cicolella ed Enzo Quaranta. Questa volta, ci aveva creduto anche l’assessora alla Sicurezza di Cerignola, nel 2020 prima dei non eletti. L’ordine di arrivo non è questione di poco conto in ottica Politiche: qualora gli astri dovessero allinearsi per il Pd tra un paio di anni, la lista potrebbe scorrere.Nel centrodestra a leccarsi le ferite è soprattutto il leghista Joseph Splendido, che non tornerà a Bari. Il seggio è scattato, confermando i suoi pronostici. Da leader provinciale può dirsi soddisfatto, ma non certo da candidato: rispetto al 2020, quando fu eletto con 6.161 voti, ha perso il 37% circa e si è fermato a 3.801. Non si è certo risparmiato, ma non sfonda a Foggia, su cui aveva puntato in campagna elettorale e dove arriva solo terzo nel centrodestra dopo Rita Montrone e De Leonardis. Il diretto competitor, Napoleone Cera, ha retto rispetto a cinque anni fa, sostanzialmente bissando la performance con 4905 preferenze.Tornando nell’alveo del centrosinistra, si rivela sbagliata la scelta della lista ‘Avanti Popolari’ di Sergio Clemente. Non basta superare la soglia di sbarramento. Il seggio non scatta a livello regionale per la lista costruita dai socialisti e dai Popolari di Stea. A conti fatti, però, con 4.089 preferenze non ce l’avrebbe fatta anche nella lista ‘Per la Puglia’, che era stata la prima opzione circolata. Si ferma al terzo posto Nunzio Angiola, con 2.590 voti.

In quel di Cerignola, Tommaso Sgarro sfiora l’impresa nella lista Decaro presidente che ha eletto due consiglieri, l’ex sindaco di San Severo Francesco Miglio, invece, si ferma a 2.235 votiFuori dai giochi anche Alleanza Verdi e Sinistra che, nonostante i buoni auspici di Nicola Fratoianni, non sarà rappresentata in Consiglio regionale. Il vero big rimasto fuori è Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia dal 2005 al 2015. A livello locale, Antonio De Sabato, che aveva portato un po’ di scompiglio sia nella Sinistra Italiana che in Europa Verde, è primo tra gli ultimi con 1.948 voti. Supera l’inossidabile Elena Gentile. Di certo, il risultato sarà un valido trampolino per guidare il partito a livello provinciale.Nelle piccole e grandi sfide cittadine, perde terreno Antonio Giannatempo, primo dei non eletti di Fratelli d’Italia nel 2020 con 3.864 voti. Cinque anni dopo si ferma a 2.132. Nel centrodestra cerignolano prevale Carlo Dercole, che in città ha totalizzato 1.465 preferenze (l’ex sindaco ha preso 1.310 voti). Il delfino di Franco Metta può rivendicare il risultato al tavolo della coalizione per le Comunali.Sempre nell’alveo del centrodestra, ‘Noi Moderati’ non attecchisce. L’avvocato Antonio Vigiano, ex consigliere comunale a Foggia, non va oltre le 395 preferenze.Dalla geografia del Consiglio regionale insieme a Paolo Campo scompare Manfredonia e San Severo non ce la fa ad entrare nonostante le chance di Grazia Casale (FdI) che, seppure in ticket con Giannicola De Leonardis, si ferma a 1.894 voti. Basso Tavoliere e Cinque Reali siti non esprimono alcun candidato, mentre la componente garganica ‘mozzica’.Per la cronaca, non ce l’ha fatta neanche Aldo Patruno che aveva lasciato il dipartimento della Cultura della Regione Puglia per candidarsi con il Movimento 5 Stelle. Candidato nelle circoscrizioni Bari e Bat, in provincia di Foggia stava per prendere il posto di Stefano Santangelo in lista, a rischio di far scoppiare una rivolta nel Gruppo Territoriale locale. A Bari non ha superato i 1.779 voti e nella Bat non è andato oltre le 692 preferenze, segno che anche da questi parti non avrebbe sfondato.

 

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