Regionali, Emiliano pronto a rinunciare alla candidatura dopo il vertice con Boccia: «Decida Schlein»

La partita per le regionali in Puglia ormai è diventata un gioco delle tre carte. Dopo il veto del candidato in pectore del centrosinistra Antonio D

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Regionali, Emiliano pronto a rinunciare alla candidatura dopo il vertice con Boccia: «Decida Schlein»

La partita per le regionali in Puglia ormai è diventata un gioco delle tre carte. Dopo il veto del candidato in pectore del centrosinistra Antonio Decaro verso gli ultimi due presidenti della regione nelle liste (Nichi Vendola e Michele Emiliano), di ora in ora si susseguono voci che raccontano, di volta in volta, di un possibile passo indietro di Emiliano, oppure di Vendola e a catena anche dell’attuale presidente. Oppure di un ritiro di Decaro, ipotesi fortemente osteggiata dai fedelissimi di Elly Schlein che lo vogliono come front man della coalizione alle regionali di novembre.

Al Nazareno assicurano che la soluzione è vicina, forse già per il 5 settembre, quando Schlein sarà alla festa dell’Unità di Bisceglie in Puglia. Certamente entro il 7, quando Decaro è previsto sul palco della festa nazionale a Reggio Emilia insieme al candidato del centrosinistra in Campania Roberto Fico (M5S).

IERI PER TUTTO IL GIORNO si sono rincorse voci su possibile passo indietro di Vendola, su pressione di Decaro, con cui ci sarebbe stata una chiacchierata o addirittura un incontro (smentito dai due interessati): senza l’ex leader di Sel nelle liste anche Emiliano dovrebbe, a quel punto, farsi da parte. Vendola sarebbe infatti preoccupato dalla minaccia di ritiro di Decaro, e dal caos che ne seguirebbe, che ricadrebbe in parte anche su di lui. Ma fonti di Avs smentiscono seccamente: «Nessun passo indietro».

E COSÌ IN SERATA si è riaffacciato il piano A del Nazareno: costringere Emiliano a un passo indietro, contando sulla sua lealtà al partito, assai più forte di quella di De Luca. Fino a ieri il presidente uscente ha risposto con parole di fuoco a chi gli sottoponeva l’idea di un suo ritiro dalle liste Pd per il consiglio regionale. Avanzando due argomenti forti: «Perché Vendola sì e io no?». E ancora: «Perché si stendono tappeti rossi a De Luca e si cerca di imporre passi indietro a me?».

Emiliano ha spiegato a Schlein che un suo passo indietro significherebbe consegnare il Pd pugliese a Decaro, suo probabile sfidante al congresso dem che dovrebbe tenersi nella prima metà del 2026. Una sorta di resa senza condizioni all’ex sindaco di Bari. Al Nazareno ritengono invece che la sua elezione in Puglia renderebbe più impervia l’ipotesi di candidarsi contro Schlein alla guida del Pd.

IERI FONTI VICINE a Emiliano hanno lasciato intendere che, di fronte a una richiesta esplicita di Schlein, il governatore, pur essendo fortemente in disaccordo, potrebbe fare un «passo di lato». E rinunciare alla corsa alle regionali. Della serie: «Non capisco ma mi adeguo». Anche l’ipotesi di un suo ingresso nella prossima giunta come assessore non è più un tabù. Segno che il pressing del Nazareno (il 19 agosto il braccio destro della segretaria Igor Taruffi ha incontrato a Bari i due duellanti) sta cominciando a produrre effetti.

Con un corollario: se a Emiliano sarà imposto il passo indietro, lui potrebbe non sostenere Schlein al congresso nazionale. Si vedrà a inizio 2026. Per la segretaria ora contano solo le regionali. E l’obiettivo di vincere bene in Puglia, Campania e Toscana. Il resto si affronterà in un secondo tempo. «L’accordo unitario nel centrosinistra sarà confermato e sono convinto che con Elly Schlein alla festa di Bisceglie ci sarà una schiarita», ha detto ieri Francesco Boccia, capogruppo al Senato e molto vicino al dossier pugliese. «Decaro è una figura che ha l’autorevolezza per guidare la regione e unire il centrosinistra e sono certo che con tutti i partiti di centrosinistra farà le valutazioni più opportune e unitarie per battere le destre».

IL PASSO INDIETRO di Emiliano lascerebbe gli altri due col cerino in mano: Decaro sarebbe costretto a ammettere che il veto era solo sul suo padre politico, e questo sarebbe fonte di imbarazzo. E Vendola passerebbe come l’unico ex che ha lottato per riavere la poltrona in regione. La soluzione però consentirebbe a Schlein di non rompere con Avs e di mettere finalmente in pista un candidato presidente che tutti i sondaggi accreditano di una facile vittoria contro qualsiasi esponente della destra. Emiliano, a quel punto, potrebbe ottenere come ricompensa un posto in Parlamento nel 2027, e magari un ruolo nell’organigramma Pd, passando prima per un assessorato di peso. Dopo settimane di tira e molla, ieri la bilancia ha preso a pendere verso questa soluzione. In attesa di nuovi colpi di scena.

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