Dopo cinque anni di processo, è stato assolto con formula piena l’equipaggio del peschereccio ‘Luigia Madre’ della Marineria di Manfredonia, finit

Dopo cinque anni di processo, è stato assolto con formula piena l’equipaggio del peschereccio ‘Luigia Madre’ della Marineria di Manfredonia, finito nei guai dopo un controllo della Capitaneria di Porto di Termoli, prima di una battuta di pesca, a dicembre del 2019.
Il comandante, Luigi Pastore, e suo padre, Giovanni Pastore, entrambi di Manfredonia, difesi dall’avvocato Pierpaolo Fischetti del foro di Foggia, erano accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza, oltraggio e interruzione di servizio pubblico in concorso tra loro nei confronti di quattro militari della Capitaneria. Il Tribunale di Larino si è pronunciato definitivamente con sentenza del 2 luglio e ha assolto gli imputati dai reati loro ascritti perché “il fatto non sussiste”.
Nel corso di un’operazione di polizia marittima finalizzata ad assicurare il corretto svolgimento dell’attività di pesca e della sua filiera e a contrastare la detenzione di attrezzatura non consentita, l’8 dicembre 2019, il motopeschereccio è stato sottoposto ad un controllo quando era ancora in porto.
L’equipaggio era stato accusato di aver proferito espressioni minacciose e oltraggiose nei confronti dei militari (“tu ce l’hai con me, ora ti vado a denunciare alla polizia e ti porto davanti al giudice”; “ora scendete da bordo o mi devo compromettere”; “tu passerai un brutto quarto d’ora, non è una minaccia è una promessa”; “ti devo spezzare in due”). Ma il legale degli imputi ha dimostrato che il comportamento assunto in quel frangente e le contestazioni mosse hanno ingenerato un clima di afflizione nei pescatori, che non favoriva certo le finalità dell’attività ispettiva.“Quanto sostenuto dal personale operante della Capitaneria interessata non ha trovato conforto probatorio, anzi è stato in radice smentito – commenta oggi l’avvocato Pierpaolo Fischetti -. Piace sottolineare che per la difesa spiegata è stato necessario scandagliare sin anche la relazione preliminare al codice di procedura penale attualmente in vigore e far riferimento ai soggetti del processo e alla considerazione che il legislatore dava della polizia giudiziaria. Di talché, è stato delineato l’interesse partigiano che sovente detto soggetto ha nel vedere riconosciute le proprie personali prospettazioni e le parziali sue informazioni. Non solo; le ultime e più rigorose riforme del reato di oltraggio e le specificazioni della giurisprudenza prevalente circa la violenza e minaccia al pubblico ufficiale hanno delimitato ambiti di arbitrio o di eccesso ai limiti delle proprie attribuzioni: che è bene sempre rimarcare, contro ingiustizie e sopraffazioni. Nessuno – conclude il difensore dell’equipaggio – è al di sopra della legge, neppure chi la dovrebbe far applicare”.

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