DUEMILA FONTI DOCUMENTALI GETTANO NUOVA LUCE SULLA STORIA DEL TERRITORIO GRAGANICO…….

2086 pagine suddivise in tre volumi e nove capitoli, corredati da fotografie dei documenti e delle fonti citati, e dunque atti notarili, cronache,

Farrata di Manfredonia: speciale focaccia al farro
Natale in Puglia, Coldiretti: «Spesi 350 mln per tavole e cenoni»
Pertosse, allerta pediatri per epidemia: 3 morti da gennaio e +800% ricoveri

2086 pagine suddivise in tre volumi e nove capitoli, corredati da fotografie dei documenti e delle fonti citati, e dunque atti notarili, cronache, archivi ecclesiastici, srotolati, trascritti e interpretati in una visione storiografica moderna, collegando i dati d’archivio a riflessioni storiche, culturali e metodologiche. Un criterio di ricerca e di studio rigoroso che inizia dall’analisi diretta delle fonti primarie, attraverso un rotolo cronologico, fino alla produzione di una narrazione storica strutturata, moderna. Un’opera colossale, straordinario esempio di divulgazione culturale e collegamento tra identità locale e patrimonio documentario. Che riserva anche interessanti e straordinarie sorprese.
«Oltre duemila fonti documentali ricercate, trascritte e pubblicate, quali monumenti dell’identità garganica raccolte per arricchire la storia di Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia, Vieste, Vico del Gargano, San Giovanni Rotondo» chiarisce l’Autore, Alberto Cavallini, garganico doc, «storico, saggista e giornalista di chiara fama, ha saputo vangare in profondità tanti momenti storici, i costumi, le tradizioni, ma anche la vita quotidiana delle comunità, soprattutto garganiche, con uno sguardo ai contenziosi giurisdizionali, ai beni ecclesiastici, alla fede del popolo e al suo rapporto col potere» introduce nella presentazione dell’opera di Cavallini, un altro illustre garganico doc di Mattinata, Michele Di Bari, Prefetto di Napoli.
Dal lungo, meticoloso, documentato excursus nei secoli passati protrattosi per dieci anni, l’Autore «ha fatto emergere – rileva Di Bari – particolari ed elementi inediti in una sorta di rammendo che lega fatti ed eventi di ogni singola comunità, dimostrando che il Gargano, pur con i diversi idiomi, resta una straordinaria entità storica».
Di particolare interesse l’attenzione che Cavallini ha riservato alla ricerca su Monte Sant’Angelo e Manfredonia «due autentiche città sorelle», la cui rispettiva genesi le fonti storiche la racconterebbero diversamente da quella tratteggiata «secondo i locali non sempre attenti lettori dei documenti medievali». Lo svevo Manfredi, definito tout court “garganico fellone”, centrerebbe ben poco sulle sorti iniziali della città il cui nome, Manfredonia, deriverebbe non già da Manfredi svevo, bensì «come attestano le lettere di papa Bonifacio VIII», da Manfredi Maletta, signore dell’Honor sancti Angeli.
Ma le «informazioni decisamente nuove sono tante portate dalle carte trascritte e pubblicate» afferma Cavallini. «Bolle di memoria con tanti eventi inediti e molto importanti che ci fanno conoscere la vita condotta nei secoli passati» annota non senza sorpresa l’Autore. Una ricostruzione storica faticosa e complicata, velata spesso di mistero. «Le informazioni rinvenute – rivela – sono custodite in sedi differenti, lontane e anche del tutto sconosciute. Anche perché molti personaggi “attori” di fatti e vicende occorse, hanno volutamente fatto in modo che non venissero tramandate e cadessero nell’oblio generale».
Il “Rotolo dipanato” sarà presentato venerdì 27 corrente, alle ore 19, all’Auditorium “Valentino Vailati” (dirimpetto alla Cattedrale), per iniziativa del Centro studi Cristanziano Serricchio e il patrocinio del Comune di Manfredonia. Introdotti dalla presidente del Centro Serricchio, Raffaela La Torre, e il coordinamento di Michele Apollonio, l’autore Alberto Cavallini e il prefetto Michele Di Bari, tratteggeranno i passi salienti dell’Opera.
Mic. Ap.

COMMENTI

WORDPRESS: 0