Archeologia, il mare come chiave di lettura per riscoprire la storia della Puglia

Assumere il mare quale prospettiva privilegiata per l’analisi della storia della Puglia. In quest’ottica si colloca il progetto 'Mareà (Mediterran

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Centro Operativo Comunale di Protezione Civile – C.O.C. – Emergenza Covid-19 Comunicato del 01/10/2020

Archeologia, il mare come chiave di lettura per riscoprire la storia della Puglia

Assumere il mare quale prospettiva privilegiata per l’analisi della storia della Puglia. In quest’ottica si colloca il progetto ‘Mareà (Mediterraneo, Archeologia, Etnografia, Ambiente), finanziato dall’Unione Europea attraverso i fondi NextGenerationEU, nell’ambito del progetto CHANGES (Spoke 1 – Università degli Studi di Bari) che intende promuovere lo studio interdisciplinare e la valorizzazione del patrimonio archeologico costiero e subacqueo della Puglia, attraverso la collaborazione tra Università di Foggia, Università del Salento e la Società di Topografia srl.

I siti oggetto di indagine includono contesti di rilevanza storica e ambientale lungo l’intero sviluppo costiero pugliese: dalle Isole Tremiti a Vieste, dal Gargano a Siponto, da Salapia a Taranto, fino a Porto Cesareo, le Cesine (Vernole) e Santa Maria di Leuca-Canale d’Otranto. Tra il 18 e il 31 maggio 2025 si è svolta la prima campagna di indagini archeologiche sull’isola di San Nicola, arcipelago delle Tremiti, nel Foggiano. Particolare attenzione – dicono dall’Università di Foggia – è stata riservata all’analisi di un articolato sistema di pozzi e cisterne che costituisce una testimonianza significativa delle strategie di captazione, conservazione e gestione delle risorse idriche in ambiente insulare. La distribuzione topografica, le tecniche costruttive e le fasi di riutilizzo di queste strutture evidenziano una continuità d’uso pluristratificata, attestata tra l’età romana e moderna, e documentano processi di adattamento tecnologico e funzionale dell’insediamento alle condizioni ambientali e climatiche. Tali evidenze – concludono dall’Università – confermano l’importanza dell’acqua come elemento infrastrutturale e simbolico all’interno di un paesaggio marittimo complesso e dinamico.

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