Regione Puglia, i conti in rosso della sanità: altri 80 milioni di deficit, scatta il piano per il risanamento. «Così non toccheremo le tasse»

Alla fine la soluzione per far quadrare i conti su deficit sanitario e quindi scongiurare l’aumento delle tasse è arrivata. A patto che il Consi

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27 apr 2025

Alla fine la soluzione per far quadrare i conti su deficit sanitario e quindi scongiurare l’aumento delle tasse è arrivata. A patto che il Consiglio regionale approvi la misura predisposta, sotto forma di legge, entro mercoledì prossimo. In caso contrario l’Aula dovrà assumersi la responsabilità dell’incremento automatico della tassazione.

È questo l’esito del confronto della seduta straordinaria di giunta che si è tenuta nel pomeriggio e dove ci sono state le relazioni degli assessori alla Sanità, Raffaele Piemontese, e del Bilancio, Fabiano Amati. Ecco la situazione: nel 2024, e anche in fase di assestamento, erano già stati accantonati 85 milioni in due tranche e, all’esito della verifica di ieri, è emersa una scopertura di altri 80 milioni. Così gli uffici hanno trovato altre risorse disponibili come i 14,5 milioni da ristori Covid (per minor gettito) e i 18,5 milioni (tra economie vincolate e svincolo di altre somme).

All’appello, quindi, mancavano 47 milioni che invece saranno reperiti grazie all’extra-gettito. Il meccanismo, infatti, è semplice: una quota di tassazione derivante da Irpef e Iva viene assegnata anticipatamente, in quota previsionale, alle Regioni. Ma per la Puglia quanto incassato è più alto di quanto assegnato anche grazie all’andamento positivo dell’economia (pil in crescita più della media italiana). 

In linea teorica lo scarto dovrebbe essere trasferito integralmente allo Stato (nel caso di deficit, invece, la copertura è assicurata dall’amministrazione centrale). L’extra-gettito pugliese è di 125 milioni (sono cifre già in cassa) e la Regione ne restituirebbe subito 78 milioni. La parte rimanente, 47 milioni, è quella da utilizzare per chiudere il cerchio del deficit sanitario (che complessivamente per il 2024 tocca i 165 milioni).

Tuttavia, l’utilizzo di tali risorse è vincolato all’approvazione di una legge regionale che dovrebbe consentire di trattenere le somme e quindi non fa scattare l’aumento delle tasse per i cittadini (le altre variazioni sono state effettuate con provvedimento di giunta). È una soluzione che è già stata messa in pratica dalla Regione Abruzzo e che non ha visto l’impungazione del provvedimento da parte del governo. I 47 milioni, tuttavia, dovranno comunque essere restituiti con la dilazione nei prossimi due anni visto che il meccanismo si muove come una sorta di autofinanziamento. La palla, quindi, passa al Consiglio regionale che sarà convocato presumibilmente martedì 29 aprile. Sarà difficile che l’Aula non accolga l’indicazione della giunta perché significherebbe scaricare il peso del deficit direttamente sui cittadini.

Nel 2023, invece, fu determinato un disavanzo delle aziende sanitarie locali pari a 126 milioni, meno di quello che tocca il 2024. Furono coperti per 37 milioni con l’assestamento dell’anno passato (a fine novembre) e poi con 50 milioni inseriti nel bilancio di previsione. Restarono scoperti 39 milioni, quelli ufficiali. Ma furono assicurati con la possibilità di prelevare risorse dai cosiddetti «avanzi vincolati di parte corrente» del bilancio autonomo.

Fatto sta che il fondo per la sanità assegnato alla Puglia, 8,6 miliardi, sembra sempre meno capiente e non va di pari passo alla reale esigenza dei pazienti e del trend delle cure richieste. È anche vero che la razionalizzazione della spesa è un altro metodo per rallentare la corsa al rialzo, ma lo spopolamento del territorio (meno di 3,9 milioni di residenti) e l’aumento dell’aspettativa di vita impongono dei cambiamenti strutturali.

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