Frode da 15 miloni, 14 arresti per il commercio di oli lubrificante: militari GdF in azione nel Foggiano

Una ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal Gip di Torino su richiesta del locale ufficio della Procura Europea

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Una ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal Gip di Torino su richiesta del locale ufficio della Procura Europea, è stata data esecuzione dai militari del nucleo di polizia economico-finanziario dei comandi provinciali della GdF di Matera e Torino nei confronti di quattordici persone: 8 sono finite in carcere, sei invece agli arresti domiciliari. 

Per l’esecuzione del provvedimento cautelare, che ha coinvolto le province di Matera, Torino, Foggia, Bari, Campobasso, Roma e Trieste, coordinato in altri tre stati dell’Unione Europea aderenti ad Eppo, sono state impiegate anche unità cinofile specializzate nella ricerca di denaro contante. 

Eseguito il sequestro preventivo del profitto di oltre 15 milioni di euro, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi Iva, alla sottrazione fraudolenta al pagamento dell’imposta sui consumi ed all’autoriciclaggio.

I soggetti operanti in Italia, Estonia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovenia, Slovacchia, Belgio. attraverso una ramificata rete criminale, introducevano e commercializzavano ingenti quantitativi di oli lubrificanti per automezzi (autovetture e autocarri), destinati alla vendita al consumo, con pagamenti “in nero”, ponendo in essere molteplici strategie volte all’evasione dell’Iva e dell’imposta nazionale prevista, sia attraverso l’interposizione di società “cartiere” (prive di una reale struttura operativa) su cui far gravare i tributi dovuti, sistematicamente non versati, sia predisponendo ingegnosi sistemi per evitare controlli e sanzioni.

Ossia la creazione e l’utilizzo di documenti fiscali con indicazione di soggetti inesistenti, sia come mittenti che come destinatari, da utilizzare nell’eventualità di controlli durante il trasporto della merce; di documenti di trasporto indicanti destinatari compiacenti; di copie di bolle di accompagnamento realizzati tramite foto copiatura a colori dagli originali, per la prima immissione in consumo con successiva distruzione delle copie (artificiosamente utilizzate nel percorso), una volta ultimato il trasporto, all’arrivo del carico a destinazione ed in assenza di controlli lungo l’itinerario; l’utilizzo di società costituite ad hoc per consentire acquisti in nero di olio lubrificante, diversamente indicato sui documenti di trasporto quale liquido lavavetri e shampoo.

Le perquisizioni e le analisi informatiche hanno consentito altresì di svelare che un’azienda operante a Matera, uno dei principali “hub” della vendita di olii lubrificanti nel centro e Sud Italia, che si riforniva anche tramite l’associazione criminale, ha sistematicamente commercializzato “in nero” l’olio lubrificante acquistato, rivendendolo ad altri compiacenti operatori del settore, occultando al fisco prodotto per un valore di oltre 52 milioni di euro, come accertato attraverso l’analisi del server contenente la contabilità occulta dell’azienda.

Nel corso delle indagini sono stati operati diciotto sequestri sul territorio nazionale di partite di merce importata e commercializzata in nero, per oltre 470 tonnellate di olio lubrificante oltre ad altri prodotti analoghi.

Sono emerse anche ipotesi di riciclaggio dei proventi illeciti e di contraffazione di marchi di olii lubrificanti, atteso che il prodotto sfuso veniva commercializzato (rimuovendo le etichette originali e apponendovene altre appositamente stampate da una tipografia compiacente), riportando marchi, caratteristiche fisiche ed indicazioni d’uso relativi a tipologie di prodotto di maggiore valore commerciale.

L’evasione complessiva accertata, per gli anni 2017/2023, è pari ad oltre 14 milioni di euro di Iva ed oltre un milione di euro di imposta nazionale di consumo.

È stato altresì disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie e di altri beni fino alla concorrenza di € 15.448.000, importo corrispondente al profitto della frode I.V.A. e dell’evasione dell’imposta di consumo.

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