NO LAVORO, NO FESTA

TRA i grandi appuntamenti popolari di Manfredonia, quello del Primo maggio, della Festa del lavoro, ha avuto nel tempo una attenzione particolare: c

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TRA i grandi appuntamenti popolari di Manfredonia, quello del Primo maggio, della Festa del lavoro, ha avuto nel tempo una attenzione particolare: celebrativo di quella attività che “nobilita l’uomo”, ma anche propositivo per un esame in prospettiva di quella attività fondamento di ogni comunità. È stato in ogni caso il riferimento che ha segnato, nel bene e nel male, il divenire, la trasformazione, il progresso, lo sviluppo della città. Un momento di riflessione e valutazione di come erano andate le cose. Un punto di vista come un altro per segnare la storia della città.
DA ALCUNI annI quell’appuntamento collettivo è saltato. Non c’è più per il semplice motivo che non c’è quel riferimento che lo faceva muovere, vale a dire il lavoro. Niente lavoro, niente Festa. È saltato anche quel momento di meditazione sulla realtà lavorativa come andatasi elaborando. Anche se la mancanza delle Festa del lavoro, e sono già diversi anni ormai, dice inequivocabilmente quale realtà si è andata configurando. Ben evidenziato del resto dalla grave recessione economica e sociale cui si aggiunge una pericolosa crisi politica-amministrativa evidenziata da un pesante intervento della Magistratura che tiene sotto scacco gran parte della politica locale.
UNA POLITICA che non pare abbia trovato la barra della situazione. Questo Primo maggio 2024 è contrassegnato dall’assoluta assenza di un qualche riferimento alle attività lavorative: non i sindacati ridottisi a uffici di consulenza amministrativa; non i partiti in gran parte spariti sostituiti da organizzazioni civiche che chiamarle “movimenti” pare sia una eresia. Un patrimonio culturale andato miseramente disperso.
LE LOTTE sindacali in favore delle classi operaie datano i primi anni del ‘900. Pochi anni dopo (1889) che il Congresso di Parigi dichiarò il Primo maggio “Festa internazionale dei lavoratori” in ricordo del massacro dei lavoratori di Haymarket. A Manfredonia nel 1904 i contadini e i cavamonti organizzarono una festa ma fuori dell’abitato. E nel 1906 lavoratori di Manfredonia e di Monte Sant’Angelo festeggiarono insieme a Macchia la Festa del lavoro. Un evento unico storico viste come sono andate le cose negli anni successivi. Messa al bando dalla dittatura fascista, venne ripristinata nel dopo guerra fortemente motivata dai sindacalisti Michele Rinaldi e Michele Magno, espressioni delle tre grandi organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil. Cominciavano a partecipare anche le donne.
LA FESTGA del Primo Maggio ebbe un continuo crescendo con le punte massima all’epoca dello stabilimento Anic-Enichem. Memorabili le Feste dei lavoratori con cortei cittadini cui hanno partecipato anche diecimila persone. Poi dagli Anni novanta il crollo della Festa del Primo Maggio con la chiusura di quello stabilimento i cui lavoratori, diretti e indotti, hanno sostenuto una sostanziale crescita dell’economia del territorio. Una situazione che non si è più riusciti a ristabilire nonostante i notevoli progetti (contratto d’area) trapiantati qui con grande impiego di risorse finanziarie. Qualche spiraglio arriva del porto che nonostante il grande impegno dell’Autority portuale, non pare ci sia il necessario interesse da parte dei locali.
Michele Apollonio

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