Allarme cinghiali: è tolleranza zero in Puglia

Vigneti e uliveti devastati ma, anche, pascoli e muretti a secco distrutti, intere colture rovinate e numerosi incidenti automobilistici causati.

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Vigneti e uliveti devastati ma, anche, pascoli e muretti a secco distrutti, intere colture rovinate e numerosi incidenti automobilistici causati.

Dal Gargano al Salento è oramai un susseguirsi di avvistamenti di cinghiali che, dalle zone di campagna, si stanno spingendo anche all’intero dei centri abitati pugliesi, creando danni e non pochi disagi tra i residenti.

È lunga la lista delle razzie compiute dalla fauna selvatica «incontrollata» dove i cinghiali, con una popolazione che ha raggiunto i 2,3 milioni di esemplari sul territorio nazionale, costituiscono il pericolo maggiore. Secondo Coldiretti la conseguenza sono 200 milioni di euro di danni solo nell’ultimo anno all’agricoltura italiana. La Puglia, con oltre 30 milioni di euro e 250mila cinghiali, è tra le Regioni che hanno pagato di più.

Una emergenza che ha indotto il governo a nominare il direttore dell’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche dal 2021, Vincenzo Caputo, commissario straordinario per l’emergenza peste suina. Operativo dal 25 febbraio 2023, il commissario Caputo ha assunto compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire e contenere la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale.

Commissario, cosa è la peste suina africana? Ha conseguenze per l’uomo?

«La Peste suina africana non è una malattia che colpisce l’uomo e non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina. È una infezione virale che colpisce alcune specie selvatiche (i cinghiali, i facoceri) e i suini domestici. È una malattia altamente diffusiva e con un alto indice di mortalità per gli animali colpiti. Questo virus è incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti, fattore che rende estremamente complicata la preparazione di un vaccino».

Qual è la situazione epidemiologica in Italia e in particolare in Puglia?

«In Italia ci preoccupa molto il focolaio a Nord del Paese tra le regioni dell’Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria e parzialmente la Toscana. Qui stiamo mettendo in essere le contromisure che, mi auguro, a breve dovrebbero sortire i primi risultati. Sia in Puglia che in Basilicata è da registrare un soprannumero di cinghiali ma, almeno nel territorio pugliese, non sono segnalati casi di Psa nè nel suino domestico nè in quello selvatico. La Regione, al fine di contenere il numero dei cinghiali sul territorio, si è dotata di un Priu (Piano regionale di interventi urgenti), già validato da Ispra e dal Centro di referenza nazionale che mette in atto un depopolamento che gli è stato assegnato dal Piano quinquennale del Commissario straordinario. In Basilicata, invece, alcuni Comuni a ridosso della Campania, sono in aree restrittive (di tipo 1 tipo 2) perché nella regione Campania, proprio ai confini con il territorio lucano, abbiamo avuto casi di cinghiali deceduti per peste suina»

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