Puglia, il rimpasto di Emiliano? Insorge l’opposizione e s’arrabbia la sinistra

Da rimpasto a «rimpastino» è un attimo. Così come dai borbottii alle polemiche vere e proprie. La tanto attesa fumata bianca in Giunta regionale è

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Da rimpasto a «rimpastino» è un attimo. Così come dai borbottii alle polemiche vere e proprie. La tanto attesa fumata bianca in Giunta regionale è arrivata nella serata di martedì, 23 aprile. Tre le caselle riempite: Serena Triggiani con delega all’Ambiente, Ciclo rifiuti e bonifiche, Vigilanza Ambientale, Parchi, Rischio industriale, Politiche abitative, Crisi industriali e Politiche di genere; Viviana Matrangola con delega a Cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, Legalità e Antimafia sociale; Debora Ciliento con delega ai Trasporti e Mobilità sostenibile. Per l’opposizione troppo poche. Per una parte della maggioranza «una farsa».

«Ma che errore togliere maraschio» «Dopo gli arresti e gli scandali – tuona Sinistra Italiana con il responsabile Mezzogiorno, Nico Bavaro – dopo le richieste di azzeramento e di aprire un dibattito sulla questione morale, Michele Emiliano pensa bene di togliere Anna Grazia Maraschio dalla giunta regionale. L’ho detto e lo ribadisco: evidentemente Sinistra Italiana è scomoda e paga il prezzo della sua libertà. A questo punto vorrei capire cosa ne pensa Elly Schlein che con Nicola Fratoianni aveva chiesto una riflessione approfondita sulla Puglia. È soddisfatta delle decisioni di Emiliano? Intanto, io ci vedo un disegno chiaro e limpido per marginalizzare l’unica voce critica della maggioranza e posso ricostruire le tappe della vicenda. In un anno circa, infatti, Emiliano ha tolto alla Maraschio le deleghe sull’urbanistica (piano casa, nuove edificazioni), per darle a un consigliere regionale eletto in Forza Italia e poi transitato nella sua civica. Dopo qualche mese, con la complicità del M5s hanno tolto l’appoggio all’ex sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, senza alcuna ragione, perdendo poi le elezioni contro la destra. Passa qualche mese ancora e la sua civica, Con – conclude Bavaro – chiede pubblicamente le dimissioni di Maraschio, che aveva “osato” pretendere che gli impianti di produzione di energia elettrica non stessero nei campi o sulle coste, ma nelle zone industriali, sui tetti degli edifici e oltre le 12 miglia dalla costa».

S’arrabbia pure un pezzo del pd Intanto dal Partito democratico si alza la voce del consigliere Donato Metallo che parla a nome dei militanti, di coloro i quali vivono il territorio: «Possibile che le scelte, le nomine, la politica non cerchi la nostra voce, i nostri occhi, almeno ogni tanto. Che senso ha tutto questo? E allora capite bene che non è una questione di qualità delle nomine, la questione è quanto vogliamo camminare insieme, come vogliamo tenerci. Se i militanti, i tesserati, i cittadini debbano o meno contare nelle scelte, se il partito ha qualcosa da dire, se ancora siamo comunità o meno. Sono cuori belli, sognatori che non si arrendono, persone perbene che incontro ogni giorno e che ogni giorno lavorano sperando che la politica possa essere diversa. A loro che cosa diciamo? Non serve un rimpasto, serve tenersi, spiegare, condividere una direzione, un orizzonte, un sentiero. E che questo cammino sia sentito da tutte e tutti. E allora manca questo, e manca sapere cosa vogliamo fare, dove stiamo andando. La legge sui diritti Lgbti, diritti di tutte e tutti, quella sul salario minimo, sul fine vita, i fondi sull’autismo. E potrei continuare su cultura, piano energetico e quanto altro. Serve un’agenda politica chiara, che ci faccia percorrere insieme, con onore e dignità, il tempo che resta alla fine della legislatura. E allora mi aspetto che i vertici del mio partito dicano qualcosa. Il mio partito, quello delle sezioni, dei circoli, della passione, ha già parlato e ha ragione e sentimento. È certo che io non potrò che continuare a stare dove sono sempre stato, accanto a Lorenzo, Serena, Carlo, Daniele, Marco, Sandro, a tutte le amiche e gli amici che fanno della politica un posto migliore».

Le contestazioni di Forza Italia Polemiche accese ovviamente nel centrodestra. Per i consiglieri regionali del gruppo di Forza Italia Paride Mazzotta, capogruppo, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia, «le richieste del segretario del Pd ad Emiliano erano chiare, ne hanno parlato tutti i giornali per giorni. Emiliano ha sostituito l’assessore Rocco Palese e l’assessore Anna Grazia Maraschio. La sostituzione di Palese ha ragioni chiare: risponde alla richiesta di ripristinare un perimetro di coalizione preciso, ergo senza esponenti provenienti dal centrodestra. La sostituzione dell’assessore Maraschio, invece, resta un mistero. Non abbiamo mai condiviso l’impostazione politica della delegata all’Ambiente, ma abbiamo sempre riconosciuto che si tratti di una persona perbene e di spiccata provenienza di sinistra».

Fratelli d’Italia insiste sulla sfiducia L’opposizione prosegue dritto anche sulla mozione di sfiducia annunciata nei giorni scorsi: «Emiliano – ribadisce il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola – non solo non si è dimesso, ma ha dato vita a un mini rimpasto senza logica. Ma di questo avremo modo di parlarne quando la mozione di sfiducia, che abbiamo depositato oggi come preannunciato, sarà discussa in aula: noi ci auguriamo che avvenga il prima possibile, vale a dire nel prossimo Consiglio convocato per il 7 maggio».

La Lega punta il dito contro certe nomine «sconcertanti» Il deputato della Lega, Davide Bellomo aggiunge: «Se davvero il Governatore volesse fare quella pulizia tra le mura domestiche che tutti auspichiamo, e che il segretario del suo partito gli ha chiesto, allora sarebbe indispensabile rivoluzionare tutte le nomine di derivazione regionale, spesso sconcertanti, che ha fatto in questi anni, adottando finalmente quei criteri di competenza e professionalità che da tempo invochiamo senza fortuna. Altrimenti Emiliano somiglierà ancora una volta a uno di quei giocatori, pronti a intercettare gonzi nei pressi delle stazioni, che fanno il gioco delle tre carte. Questa vince, questa perde. Peccato che a perdere siano sempre i pugliesi, vittime di un sistema politico che tanti danni ha prodotto in venti interminabili anni».

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