Quattro settimane per decidere

È STATO l’ultimo diversivo sulla via che conduce alle amministrative di giugno prossimo. La Pasqua indica il passaggio dalla passi

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È STATO l’ultimo diversivo sulla via che conduce alle amministrative di giugno prossimo. La Pasqua indica il passaggio dalla passione alla resurrezione. Pare la perfetta metafora della situazione disastrosa in cui si dibatte da anni Manfredonia alle prese con quella che dovrebbe essere una preparazione elettorale ma che in realtà è una ulteriore, pesante, preoccupante conferma della inettitudine della classe politica cittadina incapace di organizzarsi per assicurare alla città una degna amministrazione comunale.
A TUTT’OGGI, e siamo ad aprile, ultime quattro settimane per definire e consegnare agli Uffici elettorali, la documentazione (programmi, candidati) a corredo delle proposte da sottoporre ai cittadini chiamati a decidere sulla base di quei progetti amministrativi. Solo una formazione civica ha esplicitato un nome candidato sindaco (Ugo Galli per Manfredonia 2024); “Agiamo” di Antonio Tasso ha annunciato per il 5 aprile la convention nella quale presenterà candidati e programmi. Per il resto è tutto da definire. Dopo Pasqua, è stato detto. Le scorribande di notizie sonda o più verosimilmente, bluff, hanno prospettato fantasiosi altarini cui la gente, ormai scafata dalle tante disillusioni, non ha dato alcun credito. Così il centrodestra rientrato dalle sbornie illusionistiche, conta di trovare nella auspicata compattezza, le soluzioni sulle quali fondare le proprie chance elettorali. Altrettanto il centrosinistra (definizioni che paiono senza senso) che rischia di andare a ranghi sciolti.
UN PUZZLE tutto da comporre e non pare proprio una cosa facile. Tutt’altro. Una situazione estrema sulla quale, tanto per non far mancare nulla, si è abbattuto il devastante tsunami della operazione giudiziaria della Procura delle Repubblica di Foggia intervenuta proprio nell’ambito politico-amministrativo di Palazzo San Domenico con numerose misure restrittive a carico di amministratori comunali accusati di gravi e complessi reati riguardanti le varie attività elettorali e amministrative. L’opinione pubblica anche se fortemente scossa, non è rimasta granché sorpresa: si è trattato tutt’al più di conferme di manovre e intrighi in qualche modo risapute in giro.
FANNO in ogni caso impressione le “verità rivelate” e i “particolari scabrosi” che emergono dalle dettagliate trascrizioni diffuse dai social, degli interrogatori di persone delle istituzioni, di amministratori comunali che anziché preoccuparsi di fare gli interessi della città e dei cittadini, avrebbero manovrato per realizzare i propri. Descrivono una realtà ben diversa da quella raccontata con tanto di sorrisi ingannevoli, da esponenti del governo cittadino. Una realtà fittizia, drogata, che non è quella di una società vogliosa di emergere, di riacquistare una visione di città e di vita consona alla sua storia, alle sue potenzialità economiche e culturali. Una città finalmente libera da lacci e laccioli, falsi profeti e illusionisti da avanspettacolo che l’hanno brutalmente confinata in un vicolo cieco dal quale non riesce a emergere. Il popolo di Manfredonia è stanco, reclama la verità nella libertà.
Michele Apollonio

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