Cervelli in fuga, non si arresta il fenomeno: numeri drammatici tra Puglia

Sì, anche la Puglia è una delle regioni europee dove si configura la «trappola dello sviluppo dei talenti». L’amara fotografia è stata scattata da

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Cervelli in fuga, non si arresta il fenomeno: numeri drammatici tra Puglia e Basilicata

Sì, anche la Puglia è una delle regioni europee dove si configura la «trappola dello sviluppo dei talenti». L’amara fotografia è stata scattata dagli analisi della Cgia di Mestre: pochi i laureati e oltre tutto la maggioranza fugge all’estero.

Nel 2023, secondo le stime, sarebbero tremila i giovani che hanno abbandonato il territorio alla ricerca di un’occupazione all’altezza delle competenze acquisite nel corso degli anni universitari. Il tema è anche precedente al curriculum universitario, con 43mila ragazzi che hanno lasciato la scuola prima di prendere un diploma.

È la Uil Puglia a rilanciare il dramma. «La spirale si autoalimenta – spiega il sindacato – parte dall’insufficiente sviluppo delle competenze, che porta all’incapacità delle aziende di realizzare innovazione e aumentare così la produttività, diventando poco attrattive per quei ragazzi troppo preparati per rimanere in un contesto socioeconomico che non li valorizza». Per il segretario generale della Uil Puglia, Gianni Ricci, in particolare, «alcuni emigrano e riescono a ottenere la qualificazione professionale in linea con le loro competenze, la maggioranza si perde e diventa un neet, oppure sopravvive con un lavoro insoddisfacente e mal pagato. Un fenomeno che, come Uil, abbiamo deciso di contrastare lanciando una campagna partita da Roma, che punta a ridare dignità a questi lavoratori che sono fantasmi e noi vogliamo che tornino a essere persone».

Finora, ha aggiunto Ricci, questa «emorragia ha sottratto alla Puglia 1,5 milioni di giovani laureati. È il momento di ridisegnare le regole del mondo del lavoro ed essere attrattivi. Basterebbe seguire l’esempio di chi fa meglio di noi, dalle sperimentazioni sulla settimana corta che è un successo ovunque, alle misure sempre più ampie di welfare sociale e aziendale».

Ma torniamo allo studio della Cgia. Lo scorso anno i giovani che in Italia hanno abbandonato la scuola prematuramente sono stati 465.000, pari all’11,5% della popolazione presente nella fascia di età compresa tra i 18-24 anni . Sempre nello stesso anno, invece, i cosiddetti “cervelli in fuga” che si sono trasferiti all’estero sono stati 55.500. In buona sostanza i primi sono un numero 8 volte superiore a quello dei secondi. A livello territoriale, secondo gli osservatori di Mestre, sono le regioni del Sud che presentano i livelli di abbandono scolastico più elevati. Dal confronto tra la dispersione scolastica e la «fuga di cervelli» è la Campania a presentare il gap più elevato, seguono la Puglia e la Sicilia, e la Toscana e la Sardegna. In Puglia sono 43.000 gli abbandoni scolastici , 3047 i cervelli in fuga. In percentuale nell’ultimo anno la situazione migliora, ed è infatti del -3,1%.

D’altronde che la Puglia stesse vivendo uno spopolamento inesorabile era già stato rimarcato dalla Cgil partendo da i dati Istat 2023, che rivelano il progressivo invecchiamento della popolazione. «Siamo alle prese con una crisi demografica – il commento della Cgil – legata anche alla fortissima emigrazione dei giovani. Di fronte a questa realtà servono interventi per combattere la precarietà lavorativa e politiche di sostegno all’invecchiamento attivo».

 

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