Puglia, i soldi al festival Lgbtq organizzato dalla compagna della consigliera di Emiliano

Un contributo da 100mila euro dal Teatro pubblico pugliese, altri 15mila da Pugliapromozione, circa 8mila dal Comune di Ostuni. Il tutto per finan

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Puglia, i soldi al festival Lgbtq organizzato dalla compagna della consigliera di Emiliano

Un contributo da 100mila euro dal Teatro pubblico pugliese, altri 15mila da Pugliapromozione, circa 8mila dal Comune di Ostuni. Il tutto per finanziare un festival «dei diritti e delle culture LGBTQIA+» prodotto dalla compagna di vita della consigliera che, nel gabinetto del governatore di Michele Emiliano, si occupa di indirizzare le politiche di genere della Regione.

Come nel caso di Antonio Memeo, marito della consigliera delegata alla Cultura, la grillina Grazia Di Bari, che ottiene finanziamenti e consulenze da Tpp per la sua attività di attore, nemmeno nel caso della consigliera Titti De Simone c’è alcun tipo di illegittimità. È tutto perfettamente legale. Ma anche in questo caso c’è un enorme corto circuito tra la politica e i finanziamenti pubblici destinati al sistema della cultura, da un ventennio gestiti con logiche che rasentano il clientelismo.

Il festival di casa De Simone (nel senso che la sede dell’associazione è nella residenza di famiglia) si chiama Sherocco, gustoso calembour che richiama il titolo di un libro scritto dalla consigliera, e si svolge in estate a Ostuni. Quest’anno ne è prevista la terza edizione. «Un luogo – è detto sul sito – dedicato alle culture LGBTQIA+, per contrastare le discriminazioni a colpi di pensiero, di arte, di bellezza». E di fondi pubblici, quasi sempre ottenuti senza passare da procedure di evidenza pubblica.

Il Tpp, ad esempio, ha erogato 100mila euro a valere sul Fondo cultura. Pugliapromozione ha utilizzato i soldi della promozione turistica per un contributo da 15mila euro destinato alla realizzazione del «villaggio rainbow». Il Comune di Ostuni ne ha messi altri 8mila.

A novembre 2021 l’Associazione di promozione sociale Fuoriluogo ha ottenuto l’iscrizione al registro regionale del Terzo settore. Il legale rappresentante, Francesca Vitucci, è l’organizzatrice del festival nonché la compagna di Titti De Simone, consigliera del presidente Michele Emiliano per l’Attuazione del programma (con un contratto da 65mila euro lordi l’anno), nonché presidente del Pd barese molto attiva in questi giorni in cui si discute di primarie per il candidato della sinistra.

De Simone, ex parlamentare, è una riconosciuta attivista dei diritti di genere. A novembre 2021 ha fatto depositare dai consiglieri pd Paolicelli e Metallo una proposta di legge regionale contro l’omotransfobia che si pone l’obiettivo di evitare «le discriminazioni delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali».

Lo ha fatto esattamente negli stessi giorni in cui la sua compagna iscriveva al registro del Terzo settore una associazione per realizzare un festival il cui «obiettivo prioritario è contrastare le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere». Una associazione neonata che dopo nemmeno sei mesi è riuscita ad ottenere finanziamenti regionali, chiudendo il cerchio tra parola e azione.

«Non capisco il problema – risponde De Simone alla domanda circa un possibile conflitto di interessi -. È tutto a titolo gratuito, stiamo parlando di un progetto culturale senza scopo di lucro con una forte valenza sociale. La mia storia politica di attivismo è sui libri. È uno dei festival più prestigiosi a livello internazionale. Con riconoscimenti nazionali ed internazionali. Non capisco il caso che si vuole fare».

Il caso riguarda l’opportunità e le regole. Anche stavolta, come con la Di Bari e in generale con la Regione, il rispetto delle norme sulla trasparenza è un optional. La legge impone a chi percepisce sovvenzioni da soggetti pubblici di dichiararlo sul proprio sito. Ma sulle pagine di Sherocco non c’è traccia dei soldi ricevuti. Il Tpp nasconde i finanziamenti (ci sono solo quelli 2022, ma non dove dovrebbero essere) così come ha nascosto la consulenza al marito della Di Bari. Nè tantomeno il dipartimento Cultura, che di quei fondi ha il controllo, si è accorto che due enti collegati hanno finanziato entrambi la stessa iniziativa: è singolare che l’unico festival pugliese a ottenere soldi sia da Tpp che da Pugliapromozione sia proprio quello della consigliera del presidente della Regione.

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