La Puglia proibisce per tre anni la pesca dei ricci, crescono le scorribande pugliesi lungo le coste laziali

Per preservare le risorse biologiche marine lungo le proprie coste, la Regione Puglia nel 2023 ha emanato una legge vietando per tre anni prelievo

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La Puglia proibisce per tre anni la pesca dei ricci, crescono le scorribande pugliesi lungo le coste laziali

Per preservare le risorse biologiche marine lungo le proprie coste, la Regione Puglia nel 2023 ha emanato una legge vietando per tre anni prelievo raccolta e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare. Fino al 2026 i pugliesi possono comprare e mangiare solo ricci provenienti da altri mari. La Corte costituzionale l’ha ritenuta pienamente legittima e così è prevedibile l’aumento dei “predoni pugliesi” lungo le coste laziali. A meno che non si intensifico controlli e certificazioni regolari.Per preservare le risorse biologiche marine lungo le proprie coste, la Regione Puglia nel 2023 ha emanato una legge vietando per tre anni prelievo raccolta e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare. Fino al 2026 i pugliesi possono comprare e mangiare solo ricci provenienti da altri mari. La Corte costituzionale l’ha ritenuta pienamente legittima e così è prevedibile l’aumento dei “predoni pugliesi” lungo le coste laziali. A meno che non si intensifico controlli e certificazioni regolari

Oggi c’è il fondato rischio che questi predoni del  mare Laziale aumentino. Infatti, per salvare i suoi ricci, nel 2023 la Regione Puglia ha emanato una legge, vietando, per il suo mare territoriale e per tre anni, «il prelievo, la raccolta, la detenzione, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione degli esemplari di riccio di mare (Paracentrotus lividus) e dei relativi prodotti derivati freschi», consentendo, in questo periodo, la commercializzazione solo di ricci provenienti da altri mari; precisando espressamente che l’intervento è motivato dai «massicci prelievi» di ricci effettuati nelle aree prospicienti la costa pugliese, ed evidenziando il rilievo di simile risorsa nell’ambito delle tradizioni locali, amplificato dal suo impiego ai fini del turismo.

Pochi giorni fa la Corte costituzionale ha dichiarato questa legge pienamente (a parte un minimo rilievo formale) legittima, anzi necessaria per assicurare, in conformità al dettato comunitario, che «lo sfruttamento delle risorse biologiche marine vive ricostituisca e mantenga le popolazioni delle specie pescate al di sopra di livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile»; escludendo, peraltro, un’invasione delle competenze statali in quanto si tratta di disposizioni che, «in materia di pesca, producono l’effetto di elevare, in relazione a specifiche esigenze del territorio, il livello di tutela ambientale».

E pertanto, a questo punto, è prevedibile un massiccio aumento delle scorribande dei predoni pugliesi nel mare Laziale mare per rifornirsi di ricci che non possono più pescare nel loro, con il rischio di una rapida estinzione dei frutti di mare. L’unica buona notizia è che la legge regionale, per la commercializzazione in Puglia, richiede che la loro provenienza da altri mari sia garantita «con certificazioni e tracciabilità secondo legge». La speranza, quindi, è in una intensificazione immediata dei controlli su queste certificazioni, purtroppo facilmente falsificabili.

La Puglia proibisce per tre anni la pesca dei ricci, crescono le scorribande pugliesi lungo le coste laziali

di Italia Libera

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