Aumento della Tari, i pugliesi pagheranno in media 250 euro a testa

Un aumento della Tari che comporterà in totale un aggravio per i Comuni pugliesi di quasi 60 milioni di euro e un costo per i cittadini fino al 50% in più, con una spesa media pro capite di circa 250 euro.

E’ lo scenario a cui si va incontro dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha cancellato il regime precedente in base al quale l’Arera – l’autorità di regolazione nel settore – stabiliva delle tariffe calmierate per gli impianti cui vengono conferiti i rifiuti. Ora invece il ritorno a un regime di libero mercato e l’adeguamento Istat con valore retroattivo faranno lievitare la Tari. Da qui la necessità, secondo il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, di un intervento da parte della Regione, sia sulla presa in carico dei 60 milioni aggiuntivi sia sulla costruzione di nuovi impianti, che aumentino la concorrenza e riducano i costi. Due perciò le azioni da fare: “Occorre”, avverte Francesco Ventola, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, “lenire i costi che aumenteranno per i cittadini, prendendo soldi dal bilancio autonomo. E poi servono gli impianti. Li vuole realizzare la regione? Se li realizza vivremo meglio, se non li realizza continueremo a pagare di più”.

Intanto una recente delibera di Arera chiede alle Regioni di individuare i nuovi impianti minimi.

“Attraverso l’individuazione dei nuovi impianti minimi”, sostiene Filippo Caracciolo, consigliere regionale Pd, “pensiamo di poter abbattere notevolmente le tariffe. E’, vero, scontiamo alcuni ritardi: gli impianti ci sono, ma non bastano. Abbiamo approvato il piano regionale dei rifiuti, probabilmente bisogna accelerare quel piano”.