Tra la Puglia e Pescara ormai è una transumanza in senso contrario

Puglia-Pescara: da decenni è in corso una transumanza al contrario. Finita l’epopea del Lecce-Milano, la tratta che porta verso il nord si fa più brev

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Puglia-Pescara: da decenni è in corso una transumanza al contrario. Finita l’epopea del Lecce-Milano, la tratta che porta verso il nord si fa più breve. Il capoluogo abruzzese diviene meta di una migrazione interna paragonabile a quella dei newyorkesi che si trasferiscono in Florida per cercare una migliore qualità della vita. Dapprima gli studi universitari, poi l’insediamento lavorativo, infine l’edonismo di una classe benestante attempata che vuole godersi il tramonto della vita fra passeggio elegante, shopping, cene sulla riviera o in collina.

Tra la Puglia e Pescara ormai è una transumanza in senso contrario

Tempo fa si leggeva sul sito locale: «Pescara è città semplice…a “misura d’uomo”, non ancora invasa dal turismo di massa, dove ospitalità, buona cucina e vitalità potranno rendere “unico” il vostro soggiorno in riva al mare».Parole che però valevano fino agli anni ‘60, quando Ennio Flaiano, un pescarese che ha segnato la cultura nazionale, ne lamentò il «degrado per modernizzazione». Eppure le parvenze di una mitologia fatua e priva di ancoraggi storici resiste, specialmente nelle gite di fine settimana, quando con prevalenza dalla provincia di Foggia convergono su Pescara i proprietari di case per le vacanze a Francavilla, Montesilvano, Silvi Marina e dintorni.Si tratta di una popolazione non stanziale, non mimetizzata come i pugliesi che vi si integrano al punto di sopire l’inflessione originaria per acquisire il romanesco d’imitazione degli autoctoni.I punti di appoggio sul territorio abruzzese costituiscono motivo di esibizione: «Questo fine settimana siamo a Pescara».È la ricerca di una Disneyland a distanza ravvicinata. Da Lecce, da Bari e da Foggia non occorrono tempi biblici per bruciare l’A14 e sbucare alle uscite fascinose di località che promettono spensieratezza, shopping, succedanei della civiltà più amata, quella americana. Del resto, fin dagli anni ‘50, Guido Piovene, fra le pagine di Viaggio in Italia, descrisse Pescara quale miniatura di Los Angeles. Non che l’ultimissima e dannosa voga mediatica della cosiddetta Bari violenta aiuti a reindirizzare l’esodo pugliese. Il quale ignora o sfuma una realtà differente da quella virtuale creata a proprio uso e consumo.

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