La Befana porta carboni alla società Manfredonia Miramare Redazione6 Gennaio 2024

Questa volta sembrava ci fosse uno spiraglio, quello di poter finalmente assistere alla prima gara dell’anno del Manfredonia Calcio contro il Martina

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Questa volta sembrava ci fosse uno spiraglio, quello di poter finalmente assistere alla prima gara dell’anno del Manfredonia Calcio contro il Martina Franca, con il pubblico presente sugli spalti, quanto meno nei settori della gradinata est e delle curve.

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La speranza rinveniva dalle indiscrezioni circolate in città ma soprattutto in zona stadio, a seguito del completamento dei lavori di montaggio delle cancellate di sicurezza sul lungomare Miramare.

Quella che si paventava, era l’ipotesi di una agibilità parziale dei suddetti settori, in attesa del completamento dei lavori in via San Giovanni Bosco.

Per inciso, sono stati aggiudicati dal Comune di Manfredonia, con determina dirigenziale, lavori per oltre 70000 euro, per la installazione di 400 metri lineari di anacronistiche cancellate di sicurezza (pensiero personale), oggetto anche di aspre critiche da parte di taluni cittadini che ne hanno evidenziato l’antiesteticità nonché rilevato soprattutto le limitazioni che deriveranno al transito di persone o cose nell’area stadio durante le partite.

Basterebbe tuttavia leggersi la determina dirigenziale per appurare che sono state richieste dal Vice Questore Vicario come condizione necessaria di sicurezza mentre i costi di montaggio e smontaggio sono a carico della società Manfredonia Miramare.

Un noto brocardo latino recita: Dura lex sed lex.

Veniano invece alla ordinanza che è stata emanata nel tardo pomeriggio di ieri e che ha sancito, ancora una volta, il porte chiuse dello stadio Miramare, sia per la gara di domenica che di quella di mercoledì contro la Fidelis Andria.

Detta ordinanza, ricalca sostanzialmente quelle precedentementi adottate, non si rilevano, infatti, elementi di novità.

Basterebbe rileggerle e si rileverebbe che, vi è una pedissequa elencazione di dati relative ad istanze prodotte, protocolli, integrazioni documentali, richieste e via dicendo.

Vi è sono tuttavia due dati che rilevano e sui quali, a questo punto, credo sia opportuno fare chiarezza.

Nell’ultima ordinanza, si evidenzia al secondo capoverso della prima pagina, almeno è ciò che si comprende dalla lettura, che sarebbe in corso, da parte della società Manfredonia Miramare Ssd Arl, la definizione del procedimento per il rilascio della certificazione anti incendio (CPI) necessaria per la certificazione di agibilità.

Domanda: questo procedimento si è concluso o è ancora in itinere e se fosse ancora in itinere, quali gli impedimento per la sua definizione?

Altro elemento di riflessione è quello riportato all’ultimo capoverso della prima pagina della ordinanza che così recita: “Viste le determinazioni assunte durante le ultime riunioni tendenti ad acquisire ulteriori elementi e documentazione integrante il procedimento”.

Quale sarebbero gli ulteriori elementi e documenti integranti il procedimento?

E’ mai possibile che non si possa venir fuori da questo empasse?

Tutta mia comprensione e riconoscenza per la società Manfredonia Miramare che qualche anno fa ha inteso prendere in concessione lo stadio, sopportando ingenti costi ed ignorando, probabilmente, le complesse problematiche collegate alla realizzazione dell’agibilità della struttura sportiva.

A consuntivo e considerando gli ingenti esborsi economici sostenuti per lo stadio, per la iscrizione della squadra nel campionato di serie D, con un importante impegno economico estivo, questa operazione, con lo stadio chiuso e senza incassi, si è rilevata per la Società una operazione antieconomica, che secondo la logica imprenditoriale, avrebbe dovuto essere accontonata da tempo (della serie ma chi me lo fa fare).

Questa è diventata davvero una odissea che, nei flutti o meglio cavalloni, vede sballottata, in primis la Società, che perde sistematicamente incassi, i tifosi che si vedono privati del diritto di assistere alle partite della beneamata squadra della propria città ed infine, non giova alla immagine della città di Manfredonia.

Non basta essere amareggiati (comprendo), occorre, dare velocemente risposte alle richieste dalla Commissione di Vigilanza, diversamente, dalla sabbie mobile non se ne viene fuori.

 

Antonio Castriotta

 

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