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LE FESTE del transito dell’anno che se ne va e di quello che viene, sono ormai esaurite. I sapori, i fumi, le delizie di natal-capodanno

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LE FESTE del transito dell’anno che se ne va e di quello che viene, sono ormai esaurite. I sapori, i fumi, le delizie di natal-capodanno hanno lasciato il posto alle ambasce della quotidianità che a Manfredonia significa essenzialmente politica dal momento che fra alcuni mesi, al massimo giugno prossimo, il popolo sipontino dovrà recarsi ai seggi elettorali per votare il nuovo consesso che dovrà governare Manfredonia per il prossimo quinquennio.
UN APPUNTAMENTO che i manfredoniani guardano con un certo tremore considerate le esperienze oltremodo variamente negative vissute in questi ultimi anni. Inutile girarci intorno: il sentimento prevalente tra la gente del golfo adriatico, è quello della diffidenza. Ne ha subite tante di rovesci, trasformismi, opportunismi che rimane piuttosto guardinga alle nuove profferte degli aspiranti amministratori di turno. E dall’altra sponda, da quella dei partiti, movimenti, FTP (formazione temporanea politica), si cerca di non esporsi troppo a promettere nella prospettiva non certo peregrina di rimangiarsi tutto. È successo e in modo plateale.
QUESTO 2024 bisestile, si profila per Manfredonia fondamentale per chiarire la sua posizi0ne nel sistema economico-sociale di un territorio in grande fermento. Al momento tutto rimane sullo sfondo di una situazione oggettivamente difficile andatasi peggiorando e non, come si sperava (e promesso) migliorando. Venuti meno i riferimenti tradizionali e che hanno costituito l’ossatura del sistema politico anche periferico, si cerca nei raggruppamenti (non più coalizioni) l’intesa per una proposta di governo praticabile. In questi ultimi tempi se ne sono bisbigliati alcuni a geometria variabile. Seguirne le evoluzioni, oltre che cosa non facile, è del tutto inutile data la loro provvisorietà.
MEN che meno azzardato è parlare di candidature. Qualcuna è stata buttata là giusto per sondare il terreno. Ma c’è anche chi ha escluso ventilate candidature. Tra questi quella del PD. Il segretario Matteo Panza, ha pubblicamente «categoricamente smentito la candidatura dell’ex parlamentare Michele Bordo. Il candidato sindaco dovrà avere una forte connotazione politica che deve tornare protagonista». Ha rilanciato un rinnovato centrosinistra. «Pd, liste civiche ad esso collegate, Con e Movimento 5 Stelle si stanno incontrando per definire la strategia da adottare in vista del voto di primavera». Specificando che «il nome del candidato sindaco deve venir fuori all’unisono, nessun partito potrà fare passi in avanti in autonomia».
SULL’ALTRA sponda, il centrodestra, le cose pare siano in alto mare. Forza Italia, fortemente penalizzato dalle ultime vicende amministrative, ha rimandato ogni decisione a dopo il congresso provinciale del 20 prossimo. Fra i pericoli da fronteggiare quello susurrato di una sorta di “opa”, ovvero “offerta pubblica di acquisto” da parte di un danaroso ex politico. Nel frattempo una FTP variamente assortita (c’è di tutto e di più) guidata dall’ex vicesindaco Giuseppe Basta, si è fatta avanti all’insegna di “Manfredonia che verrà”. E non si è capito se è una promessa o una minaccia.
Michele Apollonio

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