In Puglia svendite «beffa» per i commercianti

Avvio di saldi con beffa in Puglia . Dopo mesi «invernali» soltanto per modo di dire, giacché sono stati più che miti e con picchi di oltre 20 gradi c

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Avvio di saldi con beffa in Puglia . Dopo mesi «invernali» soltanto per modo di dire, giacché sono stati più che miti e con picchi di oltre 20 gradi centigradi che hanno scoraggiato l’acquisto di capi caldi, come stivali e cappotti, ora iniziano i primi freddi e domani partono i saldi di stagione.

In Puglia e Basilicata svendite «beffa» per i commercianti

«Abbiamo chiesto alla Conferenza Stato-Regioni il posticipo dei saldi perché la stagione mite ha inciso negativamente sulle vendite. Non ci è stato concesso. È stata solo un po’ uniformata la data di avvio dei saldi e quasi tutte le regioni iniziano il 5», commenta Benny Campobasso, presidente sia di Confesercenti Puglia sia della Fismo-Federazione Italiana Settore Moda. «Questo – continua – è un grosso danno per il commerciante perché svenderà la merce, ma è una forte occasione per il consumatore perché troverà un grande assortimento. Quindi riteniamo ci sarà una affluenza importante, in modo particolare nei primi 10 giorni. Anche perché ci sarà la concomitanza con l’inizio di temperature più basse e chi ha atteso per comprare un capo invernale ne approfitterà».Un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti sulle svendite di fine stagione, integrato da uno studio condotto sulle piccole e medie imprese moda associate a Fismo, rivela che quattro consumatori su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio previsto di 267 euro a famiglia e 130 euro a persona, e c’è un ulteriore 56% che acquisterà in caso di offerta interessante. Una quota in crescita rispetto agli scorsi anni, segnale di una maggiore attenzione da parte delle famiglie: l’onda lunga dell’inflazione pesa ancora sui bilanci, e l’acquisto in saldo diventa meno impulsivo e più ragionato.Non in tutte le regioni, però, i nuclei familiari potranno permettersi di investire la stessa cifra nei saldi. «Se il dato per persona è omogeneo, assestandosi sul parametro nazionale di 130 euro, per le famiglie pugliesi intervistate il discorso è leggermente diverso. Nell’ambito del sondaggio parlano di una somma che andrà “oltre i 200 euro”, ma non specificano l’ammontare. Siamo però al di sotto di qualche decina di euro rispetto alla media nazionale che abbiamo estrapolato. La Puglia fa abbassare leggermente la media. Ma parliamo sempre solo di qualche decina di euro. Per chiarirci, si tenga conto che – spiega Campobasso – nel sondaggio abbiamo puntato sull’intenzione di spesa. Abbiamo chiesto. “Lei intende comprare?”. A risposta affermativa abbiamo quindi chiesto: “Quanto intende spendere?”. E lì l’intenzione di spesa di chi aveva dichiarato di voler spendere era inferiore alla media nazionale. Moltissimi anche in Puglia sono quelli che hanno detto: “Aspettiamo, vediamo che succede”. Credo che il fattore climatico abbia influenzato molto sia le vendite che gli acquisti. Molti commercianti hanno venduto davvero pochi capi invernali, per via del clima mite e molti consumatori hanno aspettato i saldi».

«Merita un commento particolare – conclude Benny Campobasso – il fatto che molti dicono di voler acquistare nei negozi tradizionali, nei negozi fisici, non in rete, in controtendenza con quanto avvenuto negli ultimi anni. A dimostrazione che c’è un interesse rinnovato per l’acquisto fisico, soprattutto nell’abbigliamento. Questo sia perché c’è la questione delle taglie (e poter provare il capo è importante) sia perché, soprattutto i giovani sono attenti alla provenienza, ai tessuti, all’etichetta, agli aspetti legati all’ambiente, alla filiera di produzione. Questo nuovo fenomeno che riguarda i nativi digitali che sono più propensi all’acquisto nel negozio fisico, è un dato confortante»

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