Comuni pugliesi senza mare diventano ‘Costa Sveva’: il brand della Regione che offende la storia di Federico II

Il 20 dicembre scorso, nell'ultima seduta del 2023, con un emendamento il Consiglio regionale ha istituito la 'Costa Sveva', meglio nota come 'Nord ba

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Il 20 dicembre scorso, nell’ultima seduta del 2023, con un emendamento il Consiglio regionale ha istituito la ‘Costa Sveva’, meglio nota come ‘Nord barese’, per definire l’area della Puglia caratterizzata principalmente dalla presenza di Castel del Monte. 

Nulla di sorprendente se non fosse che l’operazione che prevede l’istituzione del brand territoriale, non sarebbe stata concordata, né condivisa, con i comuni coinvolti. Certamente non con tutti.Per questo motivo, il capogruppo di ‘Con Emiliano’ Giuseppe Tupputi, ha fatto sapere che presto si svolgerà un incontro in cui verrà chiarita la natura del marchio, che a far data da ieri 1° gennaio, punta a creare una identità storico-turistica dell’area Bat.La ‘Costa Sveva’, oltre alle città capoluogo di Barletta, Andria, Trani, comprende Molfetta, Bisceglie, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Canosa di Puglia, Corato, Ruvo, Minervino Murge e Spinazzola. Un ossimoro per 6 dei 10 comuni, che non si affacciano sul mare e che di balneare hanno soltanto il marchio che li rappresenterà nel mondo.Per promuovere il nuovo brand, la Regione Puglia ha stanziato 200mila euro. Epoure sarebbe bastato riprendere il tentativo, decisamente più neutrale e democratico, di ‘Puglia imperiale’, che almeno nel nome associava l’epopea dello Stupor Mundi all’intero territorio pugliese. Tra i pro ‘Costa Sveva’ c’è il presidente del Consiglio Comunale di Trani, Giacomo Marinaro, sostenitore del progetto: “Da soli non si va da nessuna parte, da solo non avrei potuto produrre nulla se non parole”.Un solo territorio della Puglia, quindi, farà leva sull’eredità lasciata da Federico II di Svevia, il re morto a Fiorentino di Puglia (Torremaggiore). Una sfida al Salento, alla Valle d’Itria e al Gargano. O semplicemente un modo maldestro e inopportuno di riconoscersi in quello che sostanzialmente non si è.Il nome – che somiglia molto più a una compagnia di navi da crociera – non piace. In generale c’è un clima di disapprovazione: “Medievalismo balneare: la costa sveva ci mancava, considerando che bisognerà aspettare qualche migliaio di secoli e l’ulteriore deriva dei continenti perché il mare si affacci sulla Svevia vera” il commento ironico comparso sulla pagina Facebook Monti Medievali.“In Regione Puglia hanno scoperto che Corato, Ruvo, Canosa, Minervino, Spinazzola e San Ferdinando di Puglia (nota località sveva) hanno una costa con spiagge e immagino il mare. E finanziano quelli che vorranno far credere questo al resto del mondo con 200mila euro all’anno, dal 2024 fino al 2026!” incalza Giuseppe Losapio. In Capitanata la voce è arrivata senza che ancora nessuno alzi le barricate. Disaccordo è stato espresso anche dal gruppo ‘Italia Nostra Andria’:Tutta la storia millenaria e complessa di un territorio ridotta ad un riferimento temporale molto esiguo. Oltretutto le tracce culturali, architettoniche sveve sono residuali, se si esclude il Castel del Monte. Se ancora nel 2023 dobbiamo affidarci a ricostruzioni fantastiche e mitologiche va bene, se dobbiamo constatare che tutto il meglio della nostra vicenda storica è da circoscrivere al breve periodo svevo sarà pure un elemento assai triste. E poi federiciane o sveve sono anche Foggia, Lucera, Troia, Manfredonia, Andria, Trani, Barletta, Bari, Altamura, Gravina, Brindisi, Melfi, Lagopesole, Palermo. Senza contare che il nord barese non è solo costa, ma c’è anche un ricco e differenziato entroterra. È triste constatare quanta approssimazione culturale esista tra i nostri amministratori”.

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