San Nicandro Garganico, in tre mesi cinque arresti per violenza sulle donne

Cinque arresti in tre mesi, per altrettanti casi di violenza sulle donne. È un bilancio amaro quello stilato dai carabinieri di San Nicandro Garganico

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Cinque arresti in tre mesi, per altrettanti casi di violenza sulle donne. È un bilancio amaro quello stilato dai carabinieri di San Nicandro Garganico in occasione della fine del 2023.

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Arresti determinati da atteggiamenti persecutori, consumati da ottobre a dicembre, che si ripetono ormai come in un film già visto che non sembra però vedere mai la fine.

Il primo arresto – il giovane è finito in carcere – è quello di un 23enne di origine marocchina. Non si rassegnava alla fine della relazione sentimentale con la ragazza e aveva iniziato a tormentarla, fino a quando lei non ha trovato la forza di reagire e di rivolgersi alle forze dell’ordine. Le indagini hanno dato conferma di quanto denunciato e per lui si sono aperte le porte del carcere.Stessa situazione per un 38enne di San Nicandro Garganico, anch’egli di origine marocchina. Il copione, purtroppo, sempre lo stesso: non accettava la fine della storia con la compagna e aveva iniziato a perseguitarla, rendendole la vita un inferno.Altri due arresti sono stati eseguiti, sempre a San Nicandro, per violenza domestica. In un caso un figlio di 25 anni, denunciato e poi arrestato per gli atteggiamenti violenti nei confronti della madre, vittima della sua furia. Analogo provvedimento è stato notificato dai carabinieri nei confronti di un 35enne del luogo, anche lui indiziato di molteplici episodi di violenza domestica commessi contro la moglie.  Il quinto e ultimo arresto, invece, è quello di un 59enne che, già sottoposto al  divieto di avvicinamento alla ex moglie in seguito all’adozione della procedura prevista dal “codice  rosso”, è stato rintracciato dai carabinieri sotto l’abitazione della vittima mentre – incurante del  provvedimento del giudice – cercava di rientrare nell’abitazione familiare. Storie di violenza su cui è stata scritta la parola fine solo grazie alla denuncia delle vittime, col conseguente intervento delle forze dell’ordine e della magistratura.

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