Vaticano, sì alle benedizioni delle coppie gay ma «non è come il matrimonio».

Dal Vaticano arriva il sì alla benedizione delle coppie gay, precisando però che non è equiparabile a un matrimonio. Il dicastero della Dottrina della

PUGLIA: PREZZI AEREI ALLE STELLE, SCATTA ESPOSTO CODACONS AD ANTITRUST
Manfredonia: il porto dei desideri
Avviso apertura sportello Arca Capitanata

Dal Vaticano arriva il sì alla benedizione delle coppie gay, precisando però che non è equiparabile a un matrimonio. Il dicastero della Dottrina della Fede, con il documento «Fiducia supplicans» approvato dal Papa apre in buona sostanza alla benedizione delle coppie dello stesso sesso ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione.

Il Papa: «Sto bene. Ho preparato la mia tomba a Santa Maria Maggiore»

La dottrina sul matrimonio quindi non cambia con questa apertura perché la benedizione non equivale all’unione in matrimonio che può avvenire solo tra uomo e donna. Si contempla ora, però, la possibilità di accogliere anche coloro che non vivono secondo le norme della dottrina morale cristiana ma chiedono di essere benedetti.

Le novità e le osservazioni

«Il cuore di un pastore – scrive il direttore editoriale Andrea Tornielli – non può restare indifferente di fronte alle persone che si avvicinano a lui chiedendo umilmente di essere benedette, qualunque sia la loro condizione, la loro storia, il loro percorso di vita. Il cuore del pastore non spegne il lumicino fumigante di chi avverte la propria incompletezza sapendo di essere bisognoso di misericordia e aiuto dall’Alto».

«E dunque – continua Tornielli – la sua prima preoccupazione è di non chiudere la piccola crepa, accogliendo e implorando benedizione e misericordia affinché le persone che ha di fronte possano iniziare a comprendere il disegno di Dio sulla loro vita». Viene osservato, però, che «benedire in questo caso non significa approvare le loro scelte di vita, e ribadendo pure la necessità di evitare qualsiasi ritualizzazione o altri elementi che possano imitare anche lontanamente un matrimonio. È un documento che approfondisce la dottrina sulle benedizioni, distinguendo tra quelle rituali e liturgiche, e quelle spontanee che si caratterizzano piuttosto come atti di devozione legati alla pietà popolare».

«È un testo – viene specificato – che rende concrete, dieci anni dopo, le parole scritte da Papa Francesco in Evangelii gaudium: “La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”».

L’introduzione di Victor Manuel Fernández

Come riporta Vatican NewsFiducia supplicans si apre con l’introduzione del prefetto, il cardinale Victor Manuel Fernández, il quale spiega che la dichiarazione approfondisce il «significato pastorale delle benedizioni», permettendo «di ampliarne e arricchirne la comprensione classica» attraverso una riflessione teologica «basata sulla visione pastorale di Papa Francesco».

Questa novità «implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni» fino ad ora, arrivando a comprendere la possibilità «di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio».

«La Chiesa è sempre indietro»

L’apertura del Vaticano alla benedizione delle coppie gay in chiesa, con la puntualizzazione che non si tratta di una equiparazione al matrimonio ma di una preghiera fuori dal rito, non viene accolta in termini trionfalistici da padre Alberto Maggi, il teologo e biblista che da sempre ha spalancato le braccia a gay e lesbiche e che non dimentica la sofferenza di tanti omosessuali cattolici che si sono sentiti esclusi. «Noi preti – dice il teologo – è una vita che facciamo queste cose senza aspettare timbri o documenti. Il bene delle persone vale più di un documento. La Chiesa è sempre indietro, manca di coraggio e intanto fa soffrire le persone».

«Io quando faccio queste benedizioni – racconta -, dico: “Guarda che la persona che hai incontrato è un regalo del Signore che ha pensato a come farti felice”. Che sguardi. Che felicità trapela davanti a queste parole». Il nuovo documento, dice, «è un piccolo passo in avanti ma è ancora lungo il cammino. Quando si arriverà a capire che nessuno nasce sbagliato ma siamo tutti espressione del creatore?».

COMMENTI

WORDPRESS: 0