Puglia, nelle Asl tre Pet in più: soldi agli ospedali ecclesiastici

Trenta milioni per coprire l’extratetto creato dalle prestazioni urgenti erogati dai Pronto soccorso degli enti ecclesiastici e altrettanti per la

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Puglia, nelle Asl tre Pet in più: Soldi agli ospedali ecclesiastici

Trenta milioni per coprire l’extratetto creato dalle prestazioni urgenti erogati dai Pronto soccorso degli enti ecclesiastici e altrettanti per la riduzione delle liste d’attesa. Ma anche un nuovo intervento sul fabbisogno delle Pet, che dovrebbero passare dalle attuali otto a 11, e una serie di norme tecniche che sottraggono le scelte sull’urbanistica ai consigli comunali. Il disegno di legge di assestamento al bilancio si riempie con le norme della Sanità, anche se non passano i finanziamenti aggiuntivi per Medicina a Taranto e Infermieristica a Lecce che sono stati ritirati e verranno riproposti nella manovra di fine anno.

Gli emendamenti predisposti dall’assessore alla Salute, Rocco Palese (che non è consigliere), sono stati sottoscritti da Mauro Vizzino. Il più semplice è quello che apposta 30 milioni come «budget minimo» per l’acquisto di prestazioni sanitarie a valere sul programma straordinario di riduzione delle liste d’attesa. Quello più politico ne destina altrettanti agli ospedali ecclesiastici per un problema che riguarda Acquaviva e San Giovanni Rotondo (e in misura minore Tricase): le prestazioni «salvavita» erogate dai Pronto soccorso degli ecclesiastici non verranno conteggiate nei tetti di spesa, che di norma si esauriscono a settembre-ottobre con l’intuibile paradosso segnalato dagli ospedali. Che sono (ovviamente) tenuti ad accogliere il paziente in pericolo di vita, a volte proveniente da fuori regione (è il caso del Miulli, che nei fatti serve la Basilicata) anche quando il relativo budget è esaurito. Ma è anche un modo per fare fronte alla situazione degli ex ospedali classificati, che – soprattutto «Casa Sollievo» – hanno enormi deficit strutturali: la Regione ne riconosce il ruolo all’interno del sistema e interviene, per quanto possibile.

Un altro emendamento di Palese sistema il fabbisogno delle Pet, le macchine che individuano i tumori, il cui utilizzo è ora previsto obbligatoriamente dai protocolli di cura prima dell’avvio dei trattamenti oncologici più invasivi. In Puglia ci sono al momento otto macchine attive (Policlinico di Bari, Moscati di Taranto, Perrino di Brindisi, Barletta, Riuniti di Foggia più San Giovanni Rotondo e Acquaviva, più Fazzi di Lecce dove il 31 ottobre è entrata in funzione una nuova macchina che ha sostituto quella non funzionante). L’emendamento concede l’autorizzazione a installarne una a tutte le strutture dotate di Medicina nucleare, a tutti gli Irccs più eventualmente i privati (una ogni 750mila abitanti). In questo modo dovrebbero esserne installate altre tre: al Di Venere e all’Oncologico di Bari e al Panico di Tricase.

Nel disegno di legge che stamattina approda in Consiglio è entrato anche un emendamento del delegato all’Urbanistica, Stefano Lacatena, che interviene sulla legge 20 per semplificare il procedimento di approvazione dei Piani urbanistici generali: in vent’anni – dice la relazione illustrativa – sono stati implementati solo da 40 Comuni su 258. Per questo è stato eliminato il Documento preliminare alla progettazione (che deve passare in Consiglio comunale), sostituendolo con un atto di indirizzo di competenza della giunta: significa che l’impulso per l’attivazione del percorso diventa più snello ed è sottratto ai ricatti delle assemblee cittadine. La giunta regionale perde la possibilità di «respingere» il Pug: il controllo di compatibilità (rispetto al Piano paesaggistico) dovrà infatti concludersi o con un parere positivo, o con l’individuazione delle modifiche necessarie a ottenere il via libera: il Comune potrà adeguarsi o, in alternativa, convocare una conferenza di servizi.

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