Prorogare il credito di imposta ai pescatori

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«LA CAMERA ha approvato quasi alla unanimità, sia pure subordinandolo ai vincoli di finanza pubblica, il mio ordine del giorno in favore delle imprese ittiche, che impegna il Governo a rinnovare la misura del credito di imposta per l’acquisto del carburante, necessario all’esercizio dell’attività, anche per il primo semestre del 2024». Lo ha comunicato lo stesso on. Giandiego Gatta, componente della XIII Commissione Parlamentare “Agricoltura” alla Camera e responsabile nazionale del Dipartimento Pesca e Acquacoltura di Forza Italia. «Una misura – spiega – per far fronte al caro-energia che ha duramente provato il settore: si consideri che il carburante è arrivato a incidere sul bilancio delle imprese ittiche per il 70% dei costi complessivi. Dopo un importante sostegno giunto alle nostre marinerie – rileva – gli imprenditori hanno dovuto affrontare ancora il continuo aggravio dei prezzi senza alcun sollievo. Per questo, oggi la Camera dei Deputati ha lanciato un chiaro e importante messaggio di vicinanza e sensibilità ed ora attendiamo che il Governo valuti l’opportunità di accogliere quanto è stato indicato dal Parlamento».
IL “CREDITO d’imposta” è un credito che un’azienda vanta nei confronti dello Stato o altri enti pubblici, che può essere sfruttato in vari modi: può essere riscosso sotto forma di sconto sulle tasse oppure utilizzato per compensare altri debiti tributari nei confronti dell’Erario. Il credito d’imposta spetta alle imprese esercenti attività agricola e della pesca e alle imprese esercenti l’attività agromeccanica ed è pari al 20% dei costi sostenuti. Un beneficio sostanziale per le imprese di pesca che va a calmierare i crescenti costi di gestione dell’attività di pesca. A Manfredonia l’iniziativa dell’on. Gatta è stata accolta con interesse dai pescatori che aspettano ora le decisioni del Governo inerenti all’accoglimento dell’ordine del giorno presentato dal parlamentare sipontino.
UN SIA pur piccolo ristoro per gli operatori di un settore che è vessato – denunciano i pescatori – da tutta una serie di provvedimenti europei che penalizzano l’esercizio di una attività secolare che nel mare Mediterraneo ha delle sue specifiche peculiarità rispetto ai mari del nord che pare siano presi a modello per dettare le regole di pesca. Tra le altre misure fa discutere e preoccupare i pescatori, l’annunciato divieto della pesca a strascico praticata dai grandi pescherecci e che costituisce la tecnica prevalente di pesca. In linea generale, al rifiuto dell’assoluto divieto di pesca a strascico, si propone l’introduzione di misure mitigative dell’uso dello strascico accompagnate da opportune misure di controllo.
CHE l’attività di pesca si stia modificando anche profondamente è un dato di fatto scontato adeguato alle evidenziate necessità di salvaguardia del patrimonio ambientale e ittico: un adeguamento che ci può stare, quello che i pescatori contestano sono le regole per così dire “amministrative” come ad esempio la registrazione digitalizzata del pescato effettuato che interferiscono col delicato e pesante lavoro al bordo dei pescherecci. La richiesta che sale dalla categoria è quella di calibrare gli interventi secondo le varie aree storiche di pesca.
Michele Apollonio

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