Indecorosamente surreale il post-amministrazione Rotice

- TRA il giallo e il grottesco si va dipanando il “dopo Rotice” al Comune di Manfredonia. I colpi di scena riescono ancora a sorprendere: il ca

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TRA il giallo e il grottesco si va dipanando il “dopo Rotice” al Comune di Manfredonia. I colpi di scena riescono ancora a sorprendere: il campionario del già visto e sentito si allunga vertiginosamente fino sui tavoli della Magistratura attivata da Forza Italia a seguito delle dichiarazioni ribadite anche in TV dall’ex sindaco che si è vantato, tra tanto altro, di aver pagato (ha precisato anche la cifra) la campagna elettorale e l’affitto della sede di Forza Italia in assoluto silenzio in attesa degli esiti delle denunce alla Magistratura. Quisquilie, direbbe Totò, difronte alle minuziose dichiarazioni che avrebbe rilasciato (sono riportate su vari organi di stampa) il padre della ex consigliera comunale Angelica Ciuffreda, in forza agli Azzurri, passata dalla maggioranza alla opposizione e firmataria delle dimissioni assieme a dodici suoi colleghi, che hanno determinato la caduta del governo Rotice.
EBBENE il padre dell’Angelica, Pietro, sostiene di essere stato avvicinato da Rotice il quale gli avrebbe promesso un posto di lavoro a fronte del ritiro delle dimissioni della figlia consigliera e reintegrata nella maggioranza che in virtù di tale recupero sarebbe tornata in sella. Il racconto di Pietro è farcito di particolari, di date e di post. Fatto sta però che l’ipotetico richiesto intervento del padre sulla figlia non ha sortito l’effetto sperato: la ragazza (è giovanissima) ha mantenuto con grande senso di lealtà morale e politica, la firma sulle dimissioni con quel che ormai noto è seguito.
IN QUESTA surreale vicenda della fine dell’esperienza amministrativa comunale di Gianni Rotice, ruolo importante hanno avuto le donne. Sono infatti cinque le signore che hanno fatto parte della decisione di porre in minoranza il sindaco e dunque di decretare la fine di una amministrazione ritenuta fallimentare sotto tutti i punti vista: Maria Teresa Valente, Rita Valentino, Liliana Rinaldi, Angelica Ciuffreda e Sara Delle Rose anche lei, ex maggioranza, partecipe del gran rifiuto. Per alcuni versi è stata lei a scalfire quella che pareva una corazzata inaffondabile ma che ha fatto la fine della famosa Potemkin. Peraltro aveva mesi prima certificato al sindaco con un circostanziato documento, le carenze e le inadempienze della sua gestione dalla quale si è coerentemente dissociata con onestà intellettuale e politica.
ORA Rotice in preda ad una evidente pur comprensibile ma non certo giustificabile reazione infuriata con la quale non si comprende bene cosa voglia dimostrare ancorché dovrà vedersela nei Tribunali. L’attesa generale era quella di una riflessione pacata, razionale e prospettica rispetto alle scelte cui saranno chiamati i manfredoniani al termine di questi sette mesi di attesa delle consultazioni amministrative. Lo spettacolo, si fa per dire, che è stato messo in onda è deprimente e offensivo della generale sensibilità del popolo manfredoniano che potrebbe reagire non andando a votare così come, del resto, ha già avuto modo di “avvertire” nelle passate votazioni. Una soluzione che annulla la Democrazia, vanifica gli sforzi di quanti, malgrado tutto, cercano di ristabilire ordine e fiducia nelle Istituzioni anche di quelle chiamate a governare la città.
Michele Apollonio

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