I Grieco tornano in possesso dei beni sequestrati: nessun illecito, acquisizione parchi fotovoltaici regolare

La Corte dei Conti di Roma, sciogliendo la riserva assunta all’udienza del 27 ottobre 2023, ha revocatobil sequestro disposto su richieste della P

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La Corte dei Conti di Roma, sciogliendo la riserva assunta all’udienza del 27 ottobre 2023, ha revocatobil sequestro disposto su richieste della Procura erariale a carico dei fratelli Grieco, proprietari del Gruppo Pro Shop. Innanzi al Giudice designato, Cons. Massimo Balestrieri, i legali del Gruppo Grieco hanno contestato in toto la fondatezza del sequestro, che aveva coinvolto, oltre che le persone fisiche, anche numerose società del Gruppo, tra cui l’Audace Cerignola. Erano stati circa 10 i milioni di euro di beni sequestrati ai fratelli Nicola, Antonio e Francesco Grieco.

Già il giorno successivo all’udienza, comunque, in virtù delle insuperabili questioni giuridiche poste, la stessa Procura erariale procedente, aveva disposto in autotutela il dissequestro dei beni e dei conti di tutte le società del Gruppo Grieco. Con provvedimento depositato l’8 novembre, la Corte dei Conti ha completamente annullato il sequestro, disponendo la restituzione dei rimanenti beni alle persone fisiche.

La vicenda riguardava alcuni investimenti effettuati dalla famiglia Grieco nel settore delle energie rinnovabili. È stata dimostrata, in giudizio, l’assoluta regolarità di tutte le operazioni svolte per l’acquisizione dei parchi fotovoltaici oggetto delle attenzioni della Guardia di Finanza. È emerso che anche il Gse (Gestore Servizio Elettrico), ente pubblico responsabile dei controlli, dal 2012 al 2016 aveva effettuato scrupolosi sopralluoghi, non riscontrando alcuna criticità.Gli avvocati Alfonso e Roberto Ruocco e l’avv. Michele Vaira sulla decisione della Corte: “La decisione della Procura, immediatamente dopo l’udienza camerale del 27 ottobre, di revocare autonomamente il sequestro a carico di tutte le società, aveva ingenerato una certa fiducia sull’esito finale della vicenda. Eravamo convinti delle nostre buone ragioni, ma l’importanza del sequestro e il clamore mediatico della vicenda ci hanno imposto grande prudenza ed estremo scrupolo difensivo. Riteniamo di aver dimostrato, oltre ogni dubbio, l’assoluta regolarità e trasparenza delle condotte dei nostri assistiti, lontani da qualsiasi forma di illecito”.

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