Grandine, incendi, venti e caldo: se i big data ci aiutano a difenderci dagli eventi estremi

 I big data per aiutare a prevenire gli effetti degli eventi climatici estremi. O quantomeno, per preparare una difesa adeguata. Nasce così la piattaf

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 I big data per aiutare a prevenire gli effetti degli eventi climatici estremi. O quantomeno, per preparare una difesa adeguata. Nasce così la piattaforma ‘E3CI’ (European extreme events climate index), sviluppata dalla Fondazione Ifab (International foundation big data and artificial intelligence for human development) dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Cmcc (Fondazione centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) e Leithà. L’obiettivo del progetto è analizzare, quantificare e monitorare nel tempo gli eventi meteo estremi, per comprenderli e prevenirne gli effetti.

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A CONFRONTO I DATI DAL 1981 A OGGI

Nel dettaglio, spiega la Fondazione Ifab, l’E3CI “è un insieme di indici” che forniscono “informazioni sulle aree interessate da diversi tipi di pericoli meteo-indotti e sulla gravità di tali eventi”. Riporta i dati raccolti dal 1981 a oggi e copre tutta l’Europa. Sono considerati sette eventi climatici estremi: ondate di caldo; di gelo; precipitazioni estreme; siccità; venti estremi; grandinateincendi. Per ognuna, su scala mensile, “la stima di un indicatore permette di identificare le tendenze e le variazioni nel numero di eventi estremi, consentendo una migliore comprensione degli eventi occorsi”.

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