Blitz in carcere: sequestrati sei cellulari, un etto di hashish e frutta macerata da trasformare in alcol

Sei telefoni cellulari, un etto di hashish e alcol. E' il materiale 'proibito' scovato dalla polizia penitenziaria nel carcere di Foggia. Il mater

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Foggia, in carcere droga, telefonini e frutta macerata per farne alcolici:  sequestri - Foto 1 di 3 - La Gazzetta del Mezzogiorno

Sei telefoni cellulari, un etto di hashish e alcol. E’ il materiale ‘proibito’ scovato dalla polizia penitenziaria nel carcere di Foggia. Il materiale, tutto posto sottosequestro, era contenuto in due scatole verdi, mimetizzate nel terreno del campo sportivo.

E’ quanto denunciato dal Sappe, in una nota stampa: “Nonostante le minacce giornaliere e le aggressioni da parte dei detenuti, nonché le gravissime difficoltà operative in cui sono costretti a lavorare i poliziotti penitenziari di Foggia – siamo a quasi 700 detenuti per 360 posti, con un organico ridotto ai minimi termini – nessuno dei lavoratori si arrende e, con coraggio, professionalità ed attaccamento ai propri doveri, cercano di tenere alta la bandiera della legalità a difesa delle Istituzioni”, spiega.

“Potevano gettare la spugna, ma la caparbietà e l’alto senso del dovere di questi eroici lavoratori ha prevalso su tutto e tutti ed ha portato a questo importante sequestro. Il tutto è avvenuto nella mattinata di lunedì, quando i poliziotti prima di aprire le celle dei detenuti per l’ora d’aria, sono riusciti a controllare meticolosamente tutta l’area sportiva dedicata ai detenuti a partire dal campo sportivo”, spiega.

Dopo il ritrovamento le scatole sono state aperte ed hanno rivelato la presenza di ben 6 telefonini, droga (circa un centinaio di grammi di hashish) ed altro materiale proibito. Subito dopo, durante una perquisizione, è stato sequestrato un contenitore pieno di frutta lasciata a macerare, da trasformare in alcol dopo la fermentazione. “Questa è l’ennesima prova che il carcere di Foggia si può riconquistare poiché i poliziotti sono motivati e professionali, per far ciò il DAP deve inviare con urgenza un comandante responsabile della sicurezza, il gruppo operativo mobile (GOM) nonché l’allontanamento immediato di quella frangia di detenuti violenti e prepotenti (almeno un centinaio), che influiscono negativamente anche sugli altri ristretti, che sono sottomessi con la paura e con le minacce”, continua il Sappe.Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria chiede anche l’autorevole l’intervento del prefetto poiché eventi critici come l’evasione di tre anni fa (“di cui aspettiamo ancora di conoscere le responsabilità”, sottolineano), “creerebbero paura, terrore, anche sul territorio, ed i tanti filmati che i cittadini hanno girato con i loro telefonini lo stanno a dimostrare. E’ necessario un intervento immediato, poiché se si perde ancora tempo potrebbe essere troppo tardi”, conclude. 

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