“La Repubblica”: “Niente più folle a San Giovanni Rotondo per Padre Pio”

Un articolo su La Repubblica di oggi parla del “miracolo economico” finito per Padre Pio: niente più folle a San Giovanni Rotondo per il frate con

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Il santuario di San Pio a San Giovanni Rotondo

Un articolo su La Repubblica di oggi parla del “miracolo economico” finito per Padre Pio: niente più folle a San Giovanni Rotondo per il frate con le stimmate.

Si vive nel rimpianto dei tempi d’oro, anche nella chiesa sotterranea che pure è rivestita d’oro vero, e i fedeli (per lo più donne, per lo più polacche), appoggiano le mani sulla teca dove c’è il corpo del santo. Una grazia, una speranza, il miracolo, questo si chiede a padre Pio, il teschio coperto da una maschera di silicone, le mani nere e raggrinzite che tutti vogliono fotografare.

In un giorno di metà settimana – scrive l’inviata Brunella Giovara -, i chioschi di souvenir sono vuoti, i commercianti hanno il polso preciso della situazione economica di una città che vive in gran parte di turismo religioso, perciò si lamentano. Una donna discute per un rosario da polso, 1 euro e 50, poi se ne va senza un saluto. «C’è la crisi», dice la negoziante, «tutto è rincarato, anche il viaggio per salire quassù. Si portano il panino da casa, e anche la calamita da frigo gli sembra cara».

Qui la crisi si vede di più perché San Giovanni Rotondo è sovradimensionata, esplosa con la canonizzazione e la santificazione del frate, trionfante nel Giubileo del 2000 e quindi gonfia di alberghi nuovi, ma poi tutto è passato e si è forse tornati a un giusto equilibrio.

NIENTE PIU’ FOLLE PER PADRE PIO A SAN GIOVANNI ROTONDO, ANCHE LA CHIESA E’ TROPPO GRANDE

Quanto al gigantismo, a partire dalla Chiesa creata da Renzo Piano, «un’opera del genere non ce la possiamo più permettere! – dice Padre Rinaldo – Ma è meglio così». Seimila posti a sedere, l’altare di Arnaldo Pomodoro, il portale di Mimmo Paladino. I banchi, vuoti. Sul grande piazzale, due suore danzanti, felici. 

«Qui ci sono 7mila posti letto. Ne basterebbero 4mila», spiega Luca Mischitelli, che di alberghi ne ha tre. «E sì, ce ne sono molti abbandonati, costruiti nel 2000 e ora cattedrali nel deserto. C’erano 25 alberghi, di colpo sono diventati 125, il disastro era inevitabile».

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