Caro benzina, in Puglia la verde oltre i 2 euro al litro: “Rischio aumento prezzi a catena”

Il prezzo della benzina, in modalità self service, ha superato per la prima volta il prezzo di due euro al litro. È quanto si evince dagli ultimi prez

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Il prezzo della benzina, in modalità self service, ha superato per la prima volta il prezzo di due euro al litro. È quanto si evince dagli ultimi prezzi medi che settimanalmente raccoglie il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase). Dopo la provincia autonoma di Bolzano, che aveva sfondato nei giorni scorsi quel limite, oggi è la volta delle prime regioni: Liguria e Basilicata, arrivano, rispettivamente, a 2,006 e 2,002 euro al litro. Altre tre regioni non oltrepassano quella porta, ma si attestano esattamente a 2 euro: Calabria, Sardegna e Valle d’Aosta. Il prezzo medio nazionale, invece, sempre per la benzina in modalità self, si attesta a 1,970 euro al litro, il gasolio a 1,877 euro al litro. Né Basilicata né la Puglia escono bene dal confronto con le altre regioni. Quest’ultima, infatti, pur non essendo più sul podio come un mese fa e non superando la soglia dei due euro, è comunque la settima più cara in Italia, con un prezzo medio di 1,994 euro. A livello nazionale, l’incremento in appena quattro mesi è stato del 9 per cento per la verde e addirittura del 13,7 per cento per il diesel.

Rispetto a maggio 2023, emerge dai dati raccolti da Assoutenti, un pieno di benzina costa oggi agli automobilisti 8,1 euro in più (+194 euro all’anno a famiglia ipotizzando due pieni al mese), mentre per un pieno di gasolio la maggiore spesa raggiunge quota 11,3 euro (+271 euro all’anno a famiglia). Una corsa quella del prezzo dei carburanti che Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, non manca di definire inarrestabile.

«In appena una settimana i prezzi dei carburanti salgono di circa l’1%, +0,77% per la benzina e +1,14% per il gasolio. Dalla fine di luglio un litro di benzina è rincarato di oltre 7 cent, +3,8%, pari a 3 euro e 58 cent per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il rialzo è di oltre 13 cent al litro, +7,5%, pari a 6 euro e 53 cent a rifornimento», afferma. L’associazione a difesa dei consumatori punta l’indice in particolare contro la volontà del Governo di non mettere mano alle accise che da sole rappresentano una fetta consistente del prezzo finale del carburante. «Il Governo ha deciso di non intervenire così da guadagnare sulla pelle degli automobilisti il 55% del prezzo della benzina e il 50,9% del gasolio, ossia oltre 1 euro al litro sulla benzina, 1,084 euro, e oltre 95 cent sul gasolio, 0,956 euro. Dimentica, però, gli effetti nefasti che il caro carburante determina sui prezzi finali dei prodotti trasportati, ossia sull’inflazione, la più iniqua delle tasse, come diceva Einaudi. Una riduzione del potere d’acquisto che grava soprattutto sulle famiglie meno abbienti» conclude Dona. I prezzi potrebbero aumentare ulteriormente, d’altronde, già dalle prossime ore. Stando a quanto dichiarato da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il prezzo del petrolio dovrebbe salire oggi di circa due euro e ci sarebbero scorte basse e carenza di capacità di accumulo. Due fattori che impattano notevolmente sul prezzo finale del prodotto e che rappresentano il grande limite soprattutto nell’approvvigionamento italiano.

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