Emigrazione e denatalità, la Puglia s’attrezza

Tra l’incudine di una emigrazione a catinelle (anche) di giovani qualificati e il martello di una denatalità rovinosa, la Puglia rischia la desertific

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Tra l’incudine di una emigrazione a catinelle (anche) di giovani qualificati e il martello di una denatalità rovinosa, la Puglia rischia la desertificazione. Una sfida esistenziale cui la Regione sta tentando di rispondere. Mercoledì la Giunta ha approvato il documento preliminare di «#mareAsinistra», una «strategia di attrazione e valorizzazione dei talenti» che parte da una constatazione: se continua così, da qui al 2030 la Puglia perderà 220-240mila abitanti. Sarebbe la fibrillazione del sistema, l’opzione Craco. Ecco perché, dal 2021, la direzione del Dipartimento Sviluppo Economico lavora alla preparazione a questa progettazione. È stato anche effettuato uno studio sui giovani pugliesi per capire quali sono i fattori che li spingono ad andare via. Cosa è emerso? «Innanzitutto – spiega Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia – quello appena approvato non è il documento finale, ma quello iniziale, che apre il dibattito e serve a raccogliere i contributi. Su esso ci sarà un ampio processo di consultazione che sarà avviato al Meeting dell’Amicizia di Rimini da Michele Emiliano e che sarà raccontato il 13 settembre alla Campionaria barese e sarà portato in tutte le piazze della regione».

Si mira al controesodo dei cervelli?

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