Soffre il mercato dei mutui, difficoltà per gli affitti

Il mercato dei mutui soffre per la serie di rialzi dei tassi varata dalla Bce per combattere l'inflazione. Il calo della domanda ha colpito special

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Il mercato dei mutui soffre per la serie di rialzi dei tassi varata dalla Bce per combattere l’inflazione.

Il calo della domanda ha colpito specialmente alcune fasce di popolazione, solo mitigato dal sostegno del fondo di garanzia ad esempio sui giovani che siglano prestiti di maggiore durata.

Un cartello vendesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

E la scelta alternativa dell’affitto è difficoltosa, almeno in alcune zone, a causa dell’aumento dei prezzi. Mentre si profila una pausa dopo l’estate da parte di Francoforte sulla crescita dei tassi, il mercato in Italia risente delle condizioni di offerta più restrittive e del peso dell’inflazione che riduce il reddito disponibile. Nomisma, in uno suo studio, rileva alcune categorie più esposte a questa fase: tra le famiglie numerose una su cinque dichiara di non avere i requisiti per l’accesso al credito (il 21,1% del totale, per la precisione), un valore quasi triplo rispetto al 7,5% della media del campione.

Percentuali più alte rispetto alla media si registrano anche per le famiglie con figli minori (13,1%) e persone sole under 45 (10,7%). E sugli affitti la quota di famiglie che prevedono nei prossimi 12 mesi di poter trovare difficoltà nel regolare pagamento del canone di locazione si è ampliata dal 31,4% al 34,8%. Gli effetti della stretta monetaria erano stati previsti a marzo (prima quindi dei rialzi dei tassi dei mesi successivi) dalle 244 banche sondate dalla Banca d’Italia che ha pubblicato ora i risultati di quella rilevazione. L’analisi sottolinea come nel secondo semestre 2022, di pari passo con i rialzi dei tassi, il mercato ha cambiato passo e la domanda si è arrestata e poi calata. L’Abi, nel commentare i dati, segnala appunto “l’impatto sul livello dei tassi di interesse degli effetti della politica monetaria restrittiva della Bce” e rileva come “i dati indicati riflettono il supporto del mondo bancario in Italia a sostegno delle famiglie”. Anche per questo l’associazione ha promosso nelle scorse settimana “l’adozione da parte dei propri associati di ulteriori misure in favore delle famiglie con mutui a tasso variabile senza cap, al fine di attenuare gli impatti dell’incremento dei tassi d’interesse sull’importo delle rate”. A mitigare gli effetti di questa situazione, nota il rapporto di Via Nazionale “è stato il potenziamento attuato nel biennio 2021-22 dell’operatività del Fondo di garanzia per la prima casa, di cui ha beneficiato soprattutto la clientela più giovane”.

E’ salita inoltre la durata media dei nuovi mutui negli ultimi anni, “superando ampiamente i 24 anni. Quest’ultimo andamento può in parte riflettere l’esigenza di contenere l’importo delle rate di rimborso, in un contesto caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse e dalla ripresa delle quotazioni degli immobili residenziali” e il maggior ricorso dei giovani a mutui con scadenze lunghe. Fortunatamente i due terzi dei mutui in Italia sono a tasso fisso e molti dei variabili hanno un cap. E però per i rimanenti l’aumento della rata è stato a due cifre. Dopo la pressione di governo e forze politiche, l’Abi ha varato una serie di raccomandazioni alle banche associate per alleviare la situazione. Gli strumenti a disposizione vanno dall’allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa; l’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario, introdotta dalla Manovra (ad esempio, ammettendo alla misura anche soggetti con reddito Isee o con mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla legge). L’ulteriore diffusione della conoscenza presso la propria clientela della possibilità di ricorrere Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa (cosiddetto Fondo Gasparrini), al fine di sospendere – al verificarsi di specifici eventi – il pagamento delle rate del finanziamento.

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