Assegno di fine mandato in Puglia: il Pd insiste, la presidente Capone si scusa

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Nel giorno del mancato esame del Trattamento di fine mandato, la liquidazione prevista per i consiglieri regionali dal 2013 al 2025 che costerebbe alle casse pugliesi 4,3 milioni, a prendere la parola in aula per spiegare la propria posizione è stata la presidente Loredana Capone. La discussione, come noto, non si è tenuta, per espressa richiesta del governatore Michele Emiliano che, in una lettera aperta, pur riconoscendo tutte le ragioni dei consiglieri, ha sottolineato la necessità di fare chiarezza con i cittadini sul provvedimento che, ha ribadito, «è un diritto e non un privilegio».

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Intervenendo in apertura dei lavori, Capone ha chiesto «scusa dal profondo del cuore a tutti i pugliesi per non avere saputo raccontare loro l’enorme impegno che quest’Aula ogni giorno ha messo in campo». Elencando le tante leggi approvate da via Gentile, a riprova del grande lavoro svolto, Capone ha lamentato il fatto che sia stato «prestato il fianco a polemiche sterili», annunciando che «ci saranno modo e tempo di discutere del Tfm dei consiglieri regionali come questo Consiglio ha deciso di fare».

Il tema è comunque filtrato anche in altri interventi in aula: lo ha toccato, per esempio, Fabiano Amati (Azione) che, rifacendosi all’intervento contro il Tfm dell’ex governatore Nichi Vendola ha evidenziato come sarebbe «felice se egli intervenisse più spesso sugli argomenti di merito». Anche Antonio Tutolo (Misto) ha punto l’ex governatore, «che dice quello che dice sul Tfm, lui lo ha percepito per 198.000 euro. Io credo che sia l’ultima persona della regione Puglia che possa dire qualcosa sull’argomento».

Sul tema, infine, prima dell’inizio della seduta, è intervenuto anche il presidente del gruppo regionale Pd, Filippo Caracciolo. Una posizione particolarmente delicata, quella dei dem, che si erano spaccati alla vigilia del voto e che avevano dovuto prendere atto delle perplessità della segretaria nazionale Elly Schlein, contraria all’approvazione.

«Non abbiamo fretta, l’approvazione del provvedimento può tranquillamente slittare, ma sia chiaro, sul Tfm non facciamo alcun passo indietro» ha spiegato Caracciolo, tra i sostenitori del provvedimento. «Perché dovremmo? È un diritto dei consiglieri regionali della Puglia, esattamente come lo è per i consiglieri delle altre regioni, per i sindaci e per i parlamentari. Si vuole privare i consiglieri regionali pugliesi di questo diritto? Bene, si faccia lo stesso con tutti i consiglieri d’Italia e con tutti i parlamentari. Si revochi l’aumento che tutti i sindaci d’Italia si stanno applicando proprio in questi giorni. Si revochi l’aumento stabilito per i capigruppo di Camera e Senato, anche quella una questione di questi giorni».

E, con un’ulteriore bordata, Caracciolo ha attaccato anche Vendola, «che è così bravo a fare la morale, quando però riguarda gli altri, senza rendersi conto che il suo tfm incassato è pari a quello che dovrebbero prendere 51 consiglieri in un anno, rinunci a pensioni e vitalizi». «Prendendo di mira i consiglieri regionali della Puglia, la Regione più virtuosa d’Italia in tema di costi della politica, fanno un incredibile autogol. Accogliamo l’invito del Governatore – ha concluso – soprassediamo per il momento al voto e affrontiamo i nostri detrattori a viso aperto».

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