La Puglia frena e perde il primato: non è più la locomotiva del Sud, lascia il posto alla Campania

L’economia pugliese perde un po’ di slancio. Dopo la brillante crescita del 4.5 per cento del Pil nel 2022, il triennio fino al 2025 vedrà un rallen

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L’economia pugliese perde un po’ di slancio. Dopo la brillante crescita del 4.5 per cento del Pil nel 2022, il triennio fino al 2025 vedrà un rallentamento racchiuso, secondo le elaborazioni Svimez, negli incrementi annuali di 0.7-1- 0.9 (2.6 in totale). La Puglia non appare più la locomotiva del Mezzogiorno, sostituita come capofila dalla Campania che, dopo il 4.1 dell’anno scorso, mette in fila una crescita complessiva nel triennio del 3.2. Cresceranno molto più della Puglia la Lombardia, 4.5 in tre anni, l’Emilia Romagna (4.2), la Toscana (4.7). Svimez stima una crescita del Pil italiano del +1,1 per cento nel 2023, con una crescita nel Mezzogiorno (+0,9) di soli tre decimi di punto percentuale in meno rispetto al Centro-Nord (+1,2).
Tra i dati positivi si segnala la crescita occupazionale che il Mezzogiorno ha fatto segnare nel periodo successivo al Covid tornando su livelli superiori a quelli osservati nel pre-pandemia (+22 mila occupati nella media del 2022 rispetto al 2019) con un aumento della componente a tempo indeterminato (+310 mila unità; +9% rispetto al +5,5% del Centro-Nord). 

La Puglia frena e perde il primato: non è più la locomotiva del Sud

Giovani in fuga

Un tema preoccupante per il futuro della Puglia è la «fuga» dei giovani laureati meridionali. Secondo i dati Svimez tra il 2001 e il 2021 circa 460.000 laureati si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord, per una perdita netta di circa 300.000 laureati, pari a una quota triplicata da circa il 9 a oltre il 34%. Dei 460.000 laureati trasferiti si stima che circa 130.000 erano in possesso di una laurea Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica). Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, resta ottimista. «Non siamo molto indietro rispetto al Nord – commenta – io vedo il bicchiere mezzo pieno, se riusciamo a mettere a terra i progetti legati ai fondi di Pnrr e Fsc e se la Puglia, che è stata bravissima nella precedente programmazione, riuscirà a usarli l’economia si riprenderà. Il motore non è la Lombardia ma il Sud perché qui ci sono molte realtà industriali in diversi settori che marciano bene e fanno economia. Se il Sud aggancia la ripresa lo farà tutta l’Italia, non dobbiamo puntare su reddito di cittadinanza e cassa integrazione a a vita, ma dobbiamo realizzare politiche attive del lavoro». 

Secondo Gigia Bucci, segretaria generale di Cgil Puglia, «misurare la crescita con il Pil, per quanto importante, non basta e non serve. Per quanto preoccupi la differenza con il 2022, quando la Puglia aveva registrato un più 4,5% a fronte delle previsioni di un più 0,7 per cento per l’anno in corso, i dati dell’agenzia nazionale per il lavoro ci dicono che a fronte di 1 milione e 128 mila attivazioni di rapporti di lavoro in Puglia registrati lo scorso anno, solo 79 mila erano a tempo indeterminato, 920 mila a tempo determinato, il resto forma atipiche».
Bucci sottolinea che «a fronte di 1 milione e 128 mila attivazioni di rapporti di lavoro in Puglia registrati lo scorso anno, solo 79 mila erano a tempo indeterminato, 920mila a tempo determinato, il resto forma atipiche». Aggiunge che al Sud «crescono soprattutto turismo e costruzioni, mentre industria, ricerca e sviluppo sono indietro, richieste di profili a bassa competenza – 560 mila rapporti – mentre quelli attivati con profili high skill sono stati solo 142mila. Il settore con maggior numero di rapporti è l’agricoltura, con oltre 400 mila attivazioni lo scorso anno».
Intanto cinque nuovi progetti, del valore di 22 milioni di euro, sono stati presentati in giunta regionale per i programmi integrati di agevolazione alle imprese finanziati con fondi europei.
L’assessore Alessandro Delli Noci (Sviluppo economico) si augura «che il Governo sblocchi presto le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, che ci consentirebbero di dare continuità a questo importante lavoro».

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