Emergenza cemento e reati ambientali: la Puglia è seconda in Italia

Gli ecocriminali non mollano la presa e gli attacchi all’ambiente continuano in tutte le direzioni possibili. Non fa eccezione la Puglia, dove il boom

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Gli ecocriminali non mollano la presa e gli attacchi all’ambiente continuano in tutte le direzioni possibili. Non fa eccezione la Puglia, dove il boom turistico degli ultimi anni viaggia spesso in parallelo con la cementificazione selvaggia. Dal Gargano al Salento continuano a spuntare come funghi strutture ricettive anche in aree a lungo rimaste vergini. In nome del business senza regole, l’antropizzazione avanza, la natura arretra. Il fenomeno, ben visibile a chi ha una minima conoscenza del territorio, è confermato dal rapporto «Ecomafia 2023» di Legambiente, stilato in collaborazione con le forze dell’ordine, che indica in 8,8 miliardi il fatturato illegale maturato dalle ecomafie in tutta Italia.

Sono 30.686 i reati contro l’ambiente registrati nel 2022 da Nord a Sud del Paese, in lieve aumento (0,3%) rispetto all’anno precedente. In Italia vengono commessi in media 84 ecoreati al giorno, 3,5 ogni ora.

E il peso del «mattone selvaggio» è sempre più evidente. Nel 2022 dall’abusivismo edilizio fino agli appalti si contano 12.216 reati, il 39,8% del totale, +28,7% sul 2021. Seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali, +4,3%, mentre scende al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti: 5.606 reati, -33,8%. In aumento anche gli illeciti amministrativi: 67.030, +13,1%.

Il caso Puglia La Campania si conferma al primo posto per numero di reati contro l’ambiente (4.020, il 13,1% del totale nazionale), persone denunciate (3.358), sequestri effettuati (995) e sanzioni amministrative comminate (10.011).

La Puglia segue a ruota «conquistando» il secondo posto della non lusinghiera classifica scalando una posizione rispetto al 2021, con 3.054 reati (il 9.9% del totale italiano), 2560 denunciati, 27 arresti e 692 sequestri.

Terza la Sicilia, con 2.905 reati. Sale al quarto posto il Lazio (2.642 reati), che supera la Calabria, mentre la Lombardia, sesta con 2.141 infrazioni penali e prima regione del Nord, scavalca la Toscana, settima. Balzo anche dell’Emilia-Romagna, che passa dal dodicesimo all’ottavo posto, con 1.468 reati (circa il 35% in più rispetto al 2021). A livello provinciale, Roma con 1.315 illeciti si conferma quella con più reati ambientali, seguita da Napoli con 1.159 e Bari con 1.128.

Il peso del cemento Cresce, denuncia Legambiente, la piaga dell’abusivismo edilizio, tra costruzioni ex novo e ampliamenti significativi, produce migliaia di casi ogni anno. «È un fenomeno – sottolinea l’associazione – che devasta i luoghi più belli del Paese, manufatti che spesso rimangono allo stato incompiuto di scheletri, villette e alberghi che privatizzano interi pezzi di spiaggia, che sorgono in mezzo ai letti dei fiumi o in aree a rischio idrogeologico. E che si lega a doppio filo alle cave fuorilegge, alla movimentazione terra e al calcestruzzo e alle imprese dei clan».

I reati legati al ciclo del cemento accertati in Italia l’anno scorso sono stati 12.216, con 12.430 persone denunciate, 65 arrestate e 1.530 sequestri. Gli illeciti amministrativi sono stati 21.119, le sanzioni amministrative 39.265. Il valore economico di sequestri e sanzioni è arrivato a 211 milioni 261.814 euro. Ma i sigilli non fermano gli «ecopirati». Neanche in Puglia, seconda regione italiana più colpita dal fenomeno, dove nel 2022 sono stati registrati ben 1.282 reati (il 10,5% del totale nazionale), 1.370 denunciati, 21 arresti e 281 sequestri.

Peggio ha fatto solo la Campania con 1.747 reati (14,2% del totale), 1.855 denunciati, 9 arresti e 283 sequestri. Sul terzo gradino del podio la Sicilia con 1.057 reati (l’8,7% del totale), 1.036 denunciati e 141 sequestri (nessun arresto).

Numeri che testimoniano una vera emergenza, tanto più che la Puglia ha una popolazione inferiore alle altre due regioni maglia nera, una densità abitativa di gran lunga minore della Campania e una superficie di molto inferiore alla Sicilia.

Le province Bari, già «medaglia di bronzo» nella classifica generale dei reati ambientali, guadagna il sesto posto in Italia e il primo in Puglia in quella specifica dell’abusivismo edilizio, guidata da Avellino e Napoli. Sono stati 251 i reati accertati, 199 le persone denunciate e 127 i sequestri.

Male anche Potenza, settima in graduatoria con 249 reati, 298 denunciati e 26 sequestri. In Puglia, Bari è seguita da Foggia, al decimo posto con 201 reati, 159 denunciati, due arresti e 31 sequestri.

Poi Lecce, quattordicesima, con 135 reati, 283 denunciati e 67 sequestri. La provincia salentina si aggiudica però il record di arresti: 19.

Si torna in Basilicata con Matera quindicesima (127 reati, 158 denunciati, 20 sequestri). E ancora in Puglia con Brindisi, diciottesima (106 reati, 149 denunciati, 43 sequestri). Taranto è al 34.mo posto (55 reati, 48 denunciati, 11 sequestri). La Bat è centesima su 109 province italiane (appena 5 reati, una denuncia e un sequestro).

L’emergenza cementificazione riporta in primo piano l’annoso problema della demolizione degli immobili abusivi. Sempre Legambiente, nel rapporto «Abbattilabuso 2021», segnala che dal 2004 al 2020 in Puglia sono state emesse 1.790 ordinanze di demolizione. Ma ne sono state eseguite appena 71, il 4%. Di questo passo, e in assenza di ulteriori e tempestivi interventi, «mattone selvaggio» è destinato a conquistare ancor più terreno in una regione che già brilla, anche in questo caso in negativo, per consumo di suolo.

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