sQuali scelte per lo sviluppo del territorio?

LE IPOTESI di sviluppo del territorio che fanno capo a Manfredonia, sono sempre più al centro delle attenzioni dei cittadini preoc

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LE IPOTESI di sviluppo del territorio che fanno capo a Manfredonia, sono sempre più al centro delle attenzioni dei cittadini preoccupati di trovare vie d’uscita ad una situazione di impasse economica, sociale, politica, amministrativa che si protrae ormai da fin troppo tempo. Si cercano possibili indicazioni realistiche per avviare discorsi seri e fattibili sulla spinta e l’esempio di alcune iniziative di fondo avviate verso la loro realizzazione. Fra queste quella del recupero e rifunzionalizzazione del molto alti fondali, detto porto industriale.
È BEN NOTO ormai come l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale che sovraintende alle attività portuali di Manfredonia, ha rotto gli indugi frapposti da strumentali e falsi interessi sulla struttura portuale, ed ha lanciato l’avviso per la raccolta di interesse da parte delle imprese per la realizzazione delle opere progettate. Ultima formalità per dare inizio ai lavori. Un grande progetto la cui importanza è data dall’impegno economico di 121 milioni di euro attinti dal PNRR. Indubbiamente un forte e chiaro abbrivio che sollecita indicazioni decisive sull’input da imprimere all’economia non solo locale.
LOA SCALO marittimo è una struttura portante, un volano per una serie di attività che si possono sviluppare a mare come a terra. E in tal senso Manfredonia è anche ben dotata di strutture di base, come ben due aree cosiddette industriali alle quali si sono aggiunte le Zone economiche speciali con relativa zona franca. Aree in grado di accogliere iniziative che possono dare respiro e sviluppo alla città e al territorio. C’è il terreno fertile, occorre inserirci le piante. Una operazione che spetta ai presidi politici, economici, imprenditoriali magari in posizione sinergica per accrescere il potenziale attrattivo del territorio.
DI QUI la domanda fondamentale che aspetta, e da tempo ormai, risposte concrete e fattibili dai preposti al governo della città e del territorio nella loro variegata posizione: che tipo di indirizzo di sviluppo imprimere al territorio? Può apparire un interrogativo del tutto scontato, ma così non è. La domanda è posta per sollecitare risposte meditate, realistiche, partecipate, consoni alla cultura e, se si vuole, alle vocazioni locali. Non pertanto accontentarsi di quel che altri decidono di impiantare in loco come avvenuto in tempi relativamente passati, ma essere artefici del proprio destino.
LE VICENDE spesso drammatiche dal punto di vista della sicurezza pubblica, del rispetto ambientale e della persistenza occupazionale, vissute da Manfredonia e largo circondario, fanno legittimamente scartare indirizzi che portano ad industrie pesanti. Qualche tentativo pare sia stato scongiurato. Il panorama delle attività industriali non si limita certamente a quelle che portano inquinamenti e problemi. C’è ben altro. Ma chi e come si attiva per cercare quelle che potrebbero fare al caso di Manfredonia? Si tratterebbe di fare vero e semplice marketing di un territorio che ha molto di vantaggioso da offrire; di sovvertire quell’abusato vezzo di aspettare e accontentarsi del panierino che altri, magari anche con false prospettive, vengono a propinare in loco.
LE ESPERIENZE non mancano. Il fatto inconfutabile e chiaro è che Manfredonia, si ritrova purtroppo con un establishment di governo ancorché poco incline a trattare problematiche come quelle cui si è fatto cenno, impegnato a ben altre faccende di miserevole natura e peraltro poco o nulla inerenti all’attività amministrativa. Una nave senza il timoniere, alla deriva. Su questo fronte, anche su questo versante, le speranze di poter abbozzare delle politiche che possano incidere a fondo sul tessuto socio-economico-culturale cittadino, sono assai scarse, tendenti a zero.
Michele Apollonio
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