Puglia, piano di tagli per il 118: le ambulanze senza più medici

La base da cui partire sono i medici effettivamente in servizio il 30 giugno. È su quelli che, nelle prossime settimane, verrà definita la nuova piant

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La base da cui partire sono i medici effettivamente in servizio il 30 giugno. È su quelli che, nelle prossime settimane, verrà definita la nuova pianta organica del 118. Ma nel frattempo, fino a settembre, la Regione non ha potuto che prendere atto della situazione: solo 300 medici a disposizione a fronte dei 530 necessari, significa necessariamente diminuire ed accorpare. E, nel caso di tre province (Bari, Lecce e Taranto) vuol dire pure arrivare al dimezzamento delle ambulanze medicalizzate per rinforzare le «automediche».

«Le “mike” sono anacronistiche perché non ci sono più abbastanza medici», allarga le braccia Nicola Gaballo, segretario regionale della Fimmg 118, che pure riconosce nell’approccio della Regione «una reale volontà di affrontare il problema». Anche se questo significa, appunto, una diminuzione del servizio. Partendo da Bari, che scende da 15 a 8 «mike» a fronte dell’incremento di una unità (16) di automediche. A Taranto le 9 ambulanze medicalizzate previste sulla carta diventano 3 (una per zona, nelle postazioni di Laterza, Manduria e Pulsano) con 6 automediche. Brindisi è l’unica che sulla carta presenta un rafforzamento (da 4 a 5 «mike») in realtà difficilissimo da garantire, così come Foggia che però ha eliminato lo spreco costituito dal secondo elicottero estivo. E mentre nella Bat la situazione resta (almeno per il momento) invariata, a Lecce resterà in servizio una sola medicalizzata (Gallipoli) seppure a fronte di 6 automediche (oggi sono 4).

Il motivo sono appunto le mancanze di personale. A Taranto sono rimasti appena 23 medici su 60, a Lecce 33 su 65, a Brindisi 40 su 80, a Bari 90 su 120. Da qui la scomparsa di alcune postazioni in parte mascherata dai numeri. Esempio: a Bari sono state accorpate le postazioni «Tribunale» e «piazza Moro» che hanno due e tre medici in organico su cinque, così da ottenerne una a organico intero. Ma ad esempio la postazione di Castellana (vero ombelico della sanità pugliese) resta aperta pur non avendo medici in organico. In Salento chiude la postazione di Veglie, mentre nel Foggiano non ci saranno più ambulanze a Troia e la postazione di Lucera dovrà coprire un territorio più vasto.

Dal punto di vista dell’assistenza, significa puntare tutto sulle automediche (che hanno un raggio d’azione doppio rispetto alle ambulanze): arriveranno sul posto e poi attenderanno, nel caso di necessità, l’ambulanza «india» (con il solo infermiere). Ma questo richiederà la revisione dei protocolli di centrale, «anche per tentare – dice Gaballo – di limitare gli interventi inutili che oggi sono tantissimi».

La delibera approvata lunedì dalla Regione mette sul tavolo 1,5 milioni per i turni aggiuntivi

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