Bando di mobilità e nullaosta alle Asl sulle assunzioni: le strategie della Regione per fronteggiare la carenza di medici

Abreve un bando regionale di mobilità per attirare medici da fuori regione, che dovrebbe avere tempi più veloci rispetto ai consueti bandi delle singo

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Abreve un bando regionale di mobilità per attirare medici da fuori regione, che dovrebbe avere tempi più veloci rispetto ai consueti bandi delle singole ASL e un chiaro nullaosta alle ASL rispetto alle assunzioni di nuovo personale anche senza autorizzazione purché rientrino nei fabbisogni approvati dalla Regione. È quanto emerso ieri durante il confronto tra i consiglieri dell’Ordine dei medici di Bari e l’Assessore alla Salute Rocco Palese, che ha sottolineato come per coprire le carenze di medici la Regione sia disposta a percorrere tutte le strade e ad andare in deroga, soprattutto in situazioni ormai drammatiche come la copertura dei turni della continuità assistenziale.

Su questo fronte l’Ordine ha chiesto alla Regione di applicare la norma che estende fino a mille assistiti il massimale dei medici impiegati anche nella continuità assistenziale. Palese ha parlato di ‘tempesta perfetta’ per descrivere la condizione attuale del SSN: un’impennata delle richieste di prestazioni sanitarie (+26%), unita a un fondo sanitario sottostimato e a carenza di medici. Al momento, serve quindi un patto di emergenza con interventi straordinari a livello nazionale. Ma serve anche un aumento dei fondi a disposizione: oggi il sistema sanitario pugliese ha un fabbisogno di un 1 miliardo di euro in più, che derivano dai 400milioni euro di sottofinanziamento pregresso, cui si aggiungono i 600 milioni derivanti dai nuovi posti letto appena varati. Il Presidente dell’Ordine, Filippo Anelli ha chiesto all’assessore Palese di procedere subito con i concorsi per gli specializzandi, vista la norma che consente loro di partecipare anche a partire dal secondo anno. Ha inoltre sottolineato la necessità di introdurre meccanismi che incentivino i giovani medici a rimanere in Puglia.

“Non abbiamo grandissima attrattività come Regione, per cui ogni anno tra i 300 giovani che si specializzano, molti fanno i concorsi fuori dalla Puglia e se ne vanno. Serve una politica che leghi gli specializzandi al SSR pugliese. Chiediamo l’impegno da parte dell’assessore per l’organizzazione di un piano, in modo che ci sia continuità lavorativa anche alla fine del percorso di studi” – ha dichiarato Anelli.

Su questo tema c’è la convergenza della Regione, che prevede per gli specializzandi contratti a 36 mesi con un passaggio successivo a tempo indeterminato. Sul fronte del territorio c’è convergenza di intenti rispetto al modello del 2007, su cui però Anelli ha sottolineato la necessità di passare dalla sperimentazione alla sua piena implementazione: “La riforma del 2007 si basava sull’associazionismo e sui microteam composti da personale di studio e infermieristico. Oggi bisogna fare una scelta: se quel modello va bene occorre adottarlo e investire più risorse, inserendo per esempio un CPT in ogni Casa di Comunità. Non può essere un passaggio a isorisorse, rispetto alla fase di sperimentazione”.

L’Ordine, come ente sussidiario dello Stato, ha posto anche una importante questione metodologica, proponendo di stabilire una interlocuzione permanente con i vertici della Sanità pugliese. Palese ha accolto la proposta, considerando il confronto con gli Omceo indispensabile, soprattutto in questo momento di difficoltà del SSN e ha preso l’impegno di illustrare tutte le iniziative non appena adottate.

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