Puglia in prima linea per la missione Euclid: ecco il super-telescopio

Dopo un lancio perfetto da Cape Canaveral con un razzo della compagnia di Elon Musk, SpaceX, al telescopio spaziale Euclid sono ora affidate le speran

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Dopo un lancio perfetto da Cape Canaveral con un razzo della compagnia di Elon Musk, SpaceX, al telescopio spaziale Euclid sono ora affidate le speranze dell’umanità di avere una mappa 3D dell’Universo extragalattico, di riuscire a intercettare per tempo asteroidi in rotta di collisione con la Terra, ma anche di venire a capo delle grandi domande della scienza contemporanea, dal Big Bang al futuro di questo nostro pianeta, passando per energia e materia oscura. L’ardita missione dell’Agenzia Spaziale Europea durerà 6 anni e, assieme ad Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), agglutina gli sforzi di apprezzati «cervelli» pugliesi di Università di Bari e Università del Salento. Per dirla con il prof. Teodoro Valente, da pochi giorni presidente dell’Asi, lo Spazio esalta il Sistema Paese. «Orientativamente – afferma l’abruzzese, esperto di materiali polimerici compositi e nanotecnologie – se si guarda la “filiera spaziale” dal lato ricerca, ci sono circa 60 nodi di ricerca in Italia che sono consolidati e che vedono la compartecipazione dell’Agenzia e di Enti di ricerca con le loro varie sedi, anche secondarie, e di tante Università e Dipartimenti. È un sistema che ha una “bella massa critica”». Ed è anche un settore in cui l’Italia eccelle storicamente. «Basti ricordare il 15 dicembre 1964 – afferma Valente – Da lì comincia la visibilità dell’Italia nello Spazio, col lancio del San Marco, il primo satellite per lo studio dell’atmosfera, col contributo di personaggi illustri quali Amaldi, Broglio. E oggi le competenze che l’Italia ha in questo settore sono di primo piano. Solo guardando il valore assoluto, perché in termini di percentuale rispetto al Pil saremmo avanti, il nostro Paese è il terzo contributore ai programmi dell’Esa con Francia e Germania». Ed è proprio grazie alla forza dell’unità d’intenti se l’Europa può mettere in campo una missione di tali aspirazioni. Come spiega Francesco Giordano, docente di Astrofisica delle alte energie del dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, «Euclid ha il compito di fare una mappa 3D dell’Universo nello spettro visibile e di infrarosso, osservando circa un terzo dell’Universo osservabile». «Quando parliamo di cosmologia o astrofisica – aggiunge – abbiamo moltissime osservazioni non colte. E quando non capiamo qualcosa ci mettiamo davanti l’aggettivo dark, oscuro. Nel nostro Universo abbiamo il 70% di energia oscura e il 25% di materia oscura, cioè di cui abbiamo un’idea diciamo vaga. Con Euclid cerchiamo di andare molto lontano, fotografiamo galassie molto distanti e cerchiamo di capire l’evoluzione. Le galassie molto lontane, infatti, sono quelle molto giovani e sono diverse da quelle vicine. Facendo una mappa 3D, quindi, cerco di capire come si è evoluto l’Universo, perché riuscire a osservare oggetti molto lontani vuol dire riuscire ad andare anche molto indietro nel tempo e ci serve a capire se l’Universo ha direzioni di espansioni privilegiate oppure no. Può darci ulteriori conferme sul Big Bang, aiutarci a capire quello che è successo dal Big Bang a oggi e, per esempio, aiutarci a comprendere se continuerà a espandersi all’infinito o si contrarrà di nuovo e farà un altro Big Bang. Scoprire che cos’è l’energia oscura è necessario per spiegarci come mai l’Universo si sta espandendo e in modo accelerato».

«Euclid è anche un mappatore di materia oscura, materia non visibile che non è pianeti, non è stelle ed è fatta di qualcosa che non sappiamo che cosa sia, ma sappiamo che esiste sfruttando le leggi che regolano l’attrazione gravitazionale, cioè noi vediamo l’attrazione ma essa viene da qualcosa che non vediamo», aggiunge il prof. Daniele Martello ordinario del dipartimento di Matematica e Fisica UniSalento e direttore Infn Lecce, Istituto che partecipa a Euclid, con Inaf Lecce. «Ora siamo parte attiva di una delle missioni più avanzate a livello globale – dice Martello – E c’è certamente un contributo ma anche una ricaduta di competenze alla comunità scientifica pugliese».

Un contributo molto importante, per esempio, verrà offerto dalla capacità di calcolo di Recas Bari che – spiega il suo coordinatore, il fisico Domenico Di Bari – è cogestito da UniBa col dipartimento inter-ateneo di Fisica e l’Infn. «Euclid – dice Di Bari invitato a usare le parole più semplici possibile – impacchetterà dei dati e li invierà a Bari, attraverso una connessione ad altissima velocità, e qui il centro di calcolo li analizzerà (perché sono davvero complicati) e li renderà fruibili alla comunità scientifica».

A Lecce, Achille Nucita (professore associato del dipartimento di Matematica e Fisica di Unisalento) è coordinatore del team locale di Infn Euclid, un team che ha tra le proprie responsabilità dar la caccia agli asteroidi che potrebbero minacciare la Terra. Nucita, infatti, spiega che hanno la responsabilità di un sottoprogetto di Euclid, cioè per Esa scrivono software che permettono di osservare nelle immagini di questo telescopio spaziale oggetti che si muovono, come asteroidi e comete. «Ce ne saranno tantissimi e ve ne saranno di vicini alla Terra ma anche lontanissimi – dice il magliese – Noi abbiamo il compito di catalogarli e produrre avvertimenti, avvertire altri telescopi nel mondo che oggetti si stanno muovendo in una certa direzione e di tenerli d’occhio. Perché la maggior parte di questi oggetti sono tranquilli, ma altri potrebbero intersecare l’orbita della Terra. Ecco, il nostro compito è scoprire tutto ciò che è molto lontano. La nostra seconda mansione è lo studio delle galassie di bassa luminosità, che sono talmente fioche perché hanno poche stele al loro interno ma hanno una gran quantità di massa e circa il 95% di questa massa è materia oscura, cioè proprio quella che andrà a cercare Euclid». E Nucita ci tiene a sottolineare che a Lecce scrivono anche gli algoritmi con Intelligenza artificiale da anni (altro che ChatGpt) e lo fanno pure per questa missione, per la quale usano reti neurali per il riconoscimento degli oggetti che osservano.

Evidenzia Nucita che il suo gruppo di lavoro è più noto fuori dai confini nazionali che in patria, anche per aver scoperto il pianeta extrasolare più vicino e quello più lontano della Terra. Galassie fioche in carne e ossa, illuminate oggi dal telescopio-Gazzetta.

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