BONIFICA SITO INTERESSE NAZIONALE – EX ENICHEM

Si è celebrato ieri il consiglio comunale alla presenza dei vertici di Eni Rewind, società che si sta occupando della bonifica dell'area conta

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Si è celebrato ieri il consiglio comunale alla presenza dei vertici di Eni Rewind, società che si sta occupando della bonifica dell’area contaminata della piana di Macchia.
L’ing. Olivieri, top manager di Eni Rewind, insieme ai suoi colleghi hanno illustrato lo stato attuale delle attività di bonifica previste. Dalla relazione emergeva chiaramente che dei 96 ettari di proprietà di Eni Rewind (suddivisi in 17 isole) 63 sono svincolati dall’obbligo di bonifica, mentre ben 33 ettari sono oggetto di decontaminazione con un investimento costato finora € 296 milioni e un ulteriore impegno di spesa di € 52 milione previsto per il prossimo futuro.
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Ormai da 40 anni chiediamo giustizia per il nostro territorio, la nostra città ha bisogno di chiarezza per comprendere i tempi di ultimazione della bonifica di un’ area di circa 216 ettari, di cui 96 di proprietà Eni Rewind e altri 120 ettari sono di proprietà del consorzio ASI, Capitaneria di Porto, Autorità di Sistema Portuale MAM e privati.
L’ing. Olivieri ci rassicurava sulla mancanza di rischi per chi oggi lavora su quell’area, affermando che esistono analisi del rischio sanitario consultabili su piattaforme pubbliche.
Comprenderà bene l’ingegnere che, nonostante le sue rassicurazioni, noi manfredoniani continuiamo ad essere diffidenti rispetto a questo tema, tenuto conto che abbiamo perduto centinaia di famigliari e amici, in questi ultimi 30 anni, a causa di malattie incurabili. I dati ministeriali individuano il nostro territorio come uno tra quelli con il più alto indice di mortalità per malattie tumorali.
Le domande chiave che ho posto ai vertici di Eni Rewind sono state due:
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Le risposte sono state nette: non è vero che Eni Rewind ha venduto aree di proprietà a Seasif, mentre per i tempi di bonifica c’è la variabile delle autorizzazioni dei vari enti preposti e comunque si stimano non meno di 15 anni per ultimarla.
Tempi biblici, che non ci lasciano sereni.
Alla politica del territorio chiedo un’atto di responsabilità: ‘, per tornare a discutere tutti insieme delle sorti di un territorio che, per ragioni diverse, ci vede coinvolti e parti interessate.
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