Furti con spaccata: al Nord più che al Sud

 Il clichè è sempre lo stesso: vetrine in frantumi, porte divelte, merce arraffata alla meno peggio e registratori di cassa ripuliti o, addirittura, l

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 Il clichè è sempre lo stesso: vetrine in frantumi, porte divelte, merce arraffata alla meno peggio e registratori di cassa ripuliti o, addirittura, letteralmente sradicati e portati via.

La Puglia, insomma, appare sempre più «spaccata» a causa di una serie di furti che continuano a essere un grosso problema per tanti commercianti e altrettanti artigiani.

L’ultimo episodio in ordine cronologico risale alla notte tra il 16 e il 17 maggio quando fu compiuta l’ennesima spaccata ai danni di una profumeria in corso Cavour a Bari. Altri analoghi episodi si sono verificati, sempre nel capoluogo pugliese, anche ad aprile e marzo.

Secondo una indagine dell’Ufficio studi della Cgia Mestre (società di analisi socio economiche della Confederazione nazionale degli artigiani) in base alle rilevazioni Istat, le situazioni più critiche si verificano al Nord: Milano, Parma, Bologna, Rimini, Imperia, Firenze e Torino sono le province d’Italia dove i negozianti sono i più bersagliati dai malviventi.

A livello nazionale in quasi 3 casi su 4 gli autori di questi furti compiuti ai danni di negozi e botteghe rimangono impuniti.

Stiamo ovviamente parlando di reati contro il patrimonio che sono stati denunciati dalle vittime alle forze dell’ordine che, si stima, costino alle attività economiche attorno ai 3 miliardi di euro all’anno.

Nel 2021 – ultimo anno in cui i dati sono disponibili – ci sono state 56.782 denunce per furto nei negozi in Italia, il +10,8% del 2020, anno più critico della pandemia. Praticamente gli operatori commerciali e artigianali hanno subito 156 furti al giorno, 6,5 ogni ora e uno ogni 9 minuti.

In Puglia i furti sono stati 2.110 (915 in provincia di Bari, 361 nel Foggiano, 265 nel Tarantino, 304 nel Salento, 142 in provincia di Brindisi, 123 nella BAT), 108 in Basilicata (39 in provincia di Matera e 69 nel Potentino).

«Il dato più saliente – commenta Paolo Zabeo, coordinatore del Centro studi Cgia Mestre – è che le regioni del Sud sono meno interessate del Nord forse perchè i negozianti denunciano di più o, pagando il “pizzo”, pensano di non avere problemi. Comunque a livello nazionale, Bari è la prima provincia del Sud per numero di furti per abitante».

Nel 72,3% – quasi 3 su 4 – gli autori del delitto non sono stati catturati. Le regioni dove i malfattori la fanno franca maggiormente sono Umbria e Marche (73,8% dei casi), la Campania (79,8%) e il Lazio (81,3%).

In Puglia il 73% dei delitti sono rimasti insoluti, in Basilicata il 63%.

«Le strategie di difesa apportate dai negozianti sono note ai più: negli ultimi anni per difendersi dalle “razzie” dei malviventi – spiega il coordinatore del Centro studi Cgia Mestre – c’è stato un boom di installazioni di saracinesche, inferriate e vetri antisfondamento. I negozi sono diventati dei fortini che, controllati 24 ore su 24 dai sistemi di videosorveglianza, hanno “arginato” queste intrusioni. Spesso, però, nei palazzi di pregio o negli edifici più recenti montare delle grate non è consentito. Va inoltre segnalato che il numero di coloro che ricorrono ad una assicurazione è in calo. Il premio di una polizza contro i furti ha ormai dimensioni economiche proibitive, soprattutto per alcune tipologie merceologiche, quelle, ovviamente, di maggior pregio».

Storicamente le categorie più colpite sono gli orafi-gioiellieri, i pellicciai, i tabaccai, i farmacisti e i benzinai; le prime due per il valore economico dei loro prodotti, le altre per la disponibilità di contanti. Grazie ai pagamenti elettronici, alle telecamere di sorveglianza e alle casseforti a tempo il rischio è sceso.

Da qualche anno inoltre sono sempre più nel mirino anche i negozi di prodotti tecnologici, gli autoriparatori o concessionari auto-moto, i commercianti di bici di pregio, i supermercati, la moda-abbigliamento sportivo e i negozi di cosmetici e profumi.

Secondo Zabeo della Cgia, «il problema, purtroppo, è di natura politica. Se carabinieri e polizia di stato disponessero di un maggior numero di uomini e di mezzi in grado di presidiare con maggiore attenzione il territorio, specie nelle ore notturne, i malviventi avrebbero sicuramente la vita più dura».

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