Telemedicina, già 6.200 pugliesi monitorate per i tumori al seno

Via libera della giunta regionale al Piano operativo per i servizi di telemedicina, redatto da Aress (Agenzia regionale strategica per la salute e il

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Via libera della giunta regionale al Piano operativo per i servizi di telemedicina, redatto da Aress (Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale) per la Regione Puglia e trasmesso all’Agenas (Ente nazionale per i servizi sanitari regionali).

La Puglia, dunque, continua nel proprio impegno di Regione «pilota», insieme alla Lombardia, per implementare le piattaforme nazionali. Nel dettaglio, Puglia e Lombardia hanno il compito di sviluppare le applicazioni che abilitano i servizi specifici di telemedicina come la televisita, il telecontrollo, il teleconsulto e il telemonitoraggio.

Un investimento da un miliardo di euro, a partire dai finanziamenti della missione 6 (Sanità) del Pnrr, di cui 250 milioni sono destinati alla realizzazione della piattaforma nazionale e gli altri 750 per quelle regionali. L’obiettivo dichiarato è trasformare la telemedicina da pratica sperimentale a parte integrante del sistema sanitario nazionale e regionale, con il preciso impegno a livellare le differenze tra le diverse regioni, migliorando l’efficacia dei servizi in materia di sanità.

E in Puglia la sperimentazione sta procedendo: presso Aress è stata già istituita la Centrale operativa regionale per la Telemedicina delle Cronicità e delle Reti Cliniche (CORēHealth). CORēHealth è in grado di mettere a disposizione del personale sanitario (medici e infermieri) una piattaforma cloud (di backoffice) per la gestione telematica dei propri pazienti offrendo la possibilità di: arruolare il paziente, valutarne lo stato clinico, definire protocolli, definire il piano diagnostico-terapeutico personalizzato, e di seguirne i progressi nel tempo. Insomma, tecnologie sempre più avanzate per fornire servizi e assistenza sanitaria anche da remoto.

Progressi confermati anche da Giovanni Gorgoni, direttore generale di Aress Puglia che ha spiegato che «la telemedicina pugliese, con la centrale regionale di telemedicina CoreHealth, ha attivato la prima linea di produzione stabile relativamente al tumore al seno. Attualmente ci sono 6.200 cittadine arruolate nella piattaforma attraverso le 13 Breast unit della Regione e i 18 Centri di orientamento oncologico».

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Gorgoni ha aggiunto che «l’esperienza sta funzionando e ci ha portato sei riconoscimenti, cinque nazionali e uno internazionale, con la dimostrazione che anche in campo oncologico si può fare assistenza supportata dalla tecnologia per rendere le cure più prossimali». Gorgoni ha poi continuato: «Finora questa sperimentazione è stata finanziata con fondi autonomi di Aress, ma nei prossimi mesi beneficerà anche di quelli legati al Pnrr relativi alla telemedicina, per l’acquisto di circa centomila postazioni di lavoro fisse e laptop».

D’altra parte, la telemedicina si sta rivelando una scelta obbligata, che comunque sarebbe stata fatta, ma che ha avuto un’accelerazione a margine dell’emergenza pandemica e dello stanziamento dei fondi del Pnrr. Ne è particolarmente convinto il ministro della Salute Orazio Schillaci che ha illustrato come i progetti abbiano avuto un balzo in avanti negli ultimi anni, tanto che si è passati dai 282 del 2018 (ovvero due anni prima della pandemia) ai 369 del 2021.

«La pandemia e il Pnrr – ha spiegato a questo proposito Schillaci – hanno impresso una grande accelerazione alla digitalizzazione della sanità. La mappatura condotta dal ministero della Salute nel 2021 ha fotografato l’attivazione di 369 esperienze di telemedicina contro i 282 progetti prima della pandemia. Rispetto al 2018 si registra il raddoppio delle esperienze di telemonitoraggio e l’incremento esponenziale delle televisite, ma permangano differenze, anche significative, tra Regioni».

A detta del ministro, i progetti e le iniziative previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza «sono un’occasione irripetibile, soprattutto per incrementare la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico, strumento che secondo una rilevazione del 2020-2021 condotta dall’Osservatorio digitale del Politecnico di Milano è utilizzato solo dal 12% dei cittadini mentre il 62% non ne ha mai sentito parlare».

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