Caro affitti in Puglia, l’assessore Leo scrive alla ministra Bernini

E’ «fondamentale che la regia degli interventi in materia di residenze universitarie e dei servizi a disposizione degli studenti resti pubblica». Lo s

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E’ «fondamentale che la regia degli interventi in materia di residenze universitarie e dei servizi a disposizione degli studenti resti pubblica». Lo scrive l’assessore a Formazione e lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo, nella lettera inviata alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, per evidenziare le difficoltà degli studenti che protestano contro il caro affitti.Leo rileva che «per realizzare pienamente il diritto allo studio va aperta una riflessione collettiva sul rapporto tra le città e le università» in modo che «le residenze possano trasformarsi in veri e propri incubatori urbani e umani, oltre che stimolo per la rigenerazione delle nostre città».

Leo invita quindi ad «allargare il tavolo del confronto a tutti i soggetti coinvolti, le Regioni, gli enti locali, le università, le associazioni studentesche, il terzo settore».

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LE PAROLE DI LACARRA (PD)

«La decisione del governo di sbloccare 660 milioni di euro di fondi, destinati alla costruzione di nuove residenze universitarie, è un primo passo importante in risposta alle proteste degli studenti che, da nord a sud, stanno urlando il loro grido di aiuto contro il caro affitti. Ma non basta». Così il deputato barese del Partito democratico Marco Lacarra, a proposito del ‘caro affittì delle case degli studenti universitari fuorisede.

«Se pensiamo che solo a Bari, ogni anno, 7-800 studenti che ne avrebbero diritto non possono accedere alle residenze universitarie – aggiunge – è chiaro che non può bastare costruirne altre, ma è necessario agire anche sui prezzi degli affitti in modo da calmierare i canoni e impedire speculazioni, come accade in molte città che stanno puntando sul turismo».
«Non posso che essere al fianco degli studenti in questa loro battaglia. Il diritto allo studio e il diritto all’abitare – conclude Lacarra – non devono essere un privilegio, ed è importante garantire a tutti, a prescindere dalle loro condizioni economiche, le stesse possibilità».

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