Una Foca Monaca avvistata nelle acque del Gargano

Straordinario avvistamento di foca monaca nelle acque costiere prospicienti la laguna di Lesina. La presenza del mammifero attesta il ritorno e la

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Straordinario avvistamento di foca monaca nelle acque costiere prospicienti la laguna di Lesina. La presenza del mammifero attesta il ritorno e la ripresa della popolazione in tutta l’area mediterranea tanto che la IUCN ha riclassificato la specie da “estinta “ a “in via di estinzione”. L’habitat costiero del Gargano – comprese le Isole Tremiti – può ritornare ad essere un’area idonea per la sopravvivenza e la conservazione della specie in Puglia, facendo rete con la costa salentina e croata.

Questa mattina il personale del CNR di Lesina, guidato dalla biologa marina Lucrezia Cilenti, hanno effettuato una campionatura dell’acqua per indagare sul DNA ambientale per trovare tracce di DNA della foca monaca.
“L’ultimo avvistamento di foche monache alle Tremiti – racconta Cilenti  – risale alla fine degli anni ’50, inizi anni ’60. Resta a testimonianza della sua presenza la grotta del bue marino sull’isola di San Domino. La foca monaca mediterranea (Monachus monachus, Hermann 1779) è il mammifero marino a maggior rischio di estinzione d’Europa (Johnson e Lavigne, 1998). La sua antica distribuzione comprendeva il Mar Mediterraneo, il Mar Nero e le coste del bacino Atlantico Orientale, dalle Azzorre al Gambia. Dall’epoca romana ai tempi recenti la specie è stata cacciata fino a ridurne fortemente sia la consistenza numerica che la distribuzione. Attualmente la popolazione di foca monaca conta al massimo di 500-600 esemplari, concentrati nei principali siti riproduttivi noti con due genotipi: uno nell’Atlantico e uno nel Mediterraneo”.

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