La cartina della criminalità sul Gargano: comanda il clan dei ‘Montanari’ ma non è un predominio

sul Gargano il sodalizio più influente continua ad essere quello dei Li Bergolis di Monte Sant’Angelo, i cosiddetti Montanari, punto di riferimento pe

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sul Gargano il sodalizio più influente continua ad essere quello dei Li Bergolis di Monte Sant’Angelo, i cosiddetti Montanari, punto di riferimento per gli altri gruppi attivi nell’area. Il predominio del clan non accenna ad indebolirsi nonostante il costante avvicendamento tra vecchie e nuove leve attive soprattutto nei settori delle sostanze stupefacenti e delle estorsioni.

Ne è conferma l’arresto operato dai carabinieri il 23 marzo 2022 a carico di tre giovani ritenuti responsabili in concorso di detenzione ai fini di spaccio.

Tra gli indagati, tra l’altro, figura un elemento legato da vincoli di sangue ad un soggetto già inserito nella mafia garganica, in particolare nel clan dei Montanari, ucciso ad Amsterdam il 10 ottobre 2017. Saverio Tucci, noto come ‘Faccia d’Angelo’, era dedita al traffico di droga, come accertato dall’indagine ‘Iscaro&Saburo’ del 2004, che lo ha visto poi condannato per associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti. 

Nel Gargano c'è un serio problema di criminalità

Altra figura emblematica e “qualificata” dello scenario mafioso del Gargano si rinviene fra gli indagati dell’inchiesta ‘Macchia Bianca’ conclusa il primo febbraio dello scorso anno, dai Carabinieri con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di tre soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata, sequestro di persona e detenzione illegale di armi e munizioni.

Nel processo evolutivo della mafia garganica l’operazione ‘Omnia Nostra’ del dicembre 2021 eseguita dai militari dell’Arma, ha costituito una importante chiave di lettura da cui emergono nuovi margini d’azione proprio del clan dei Montanari e talune mire espansionistiche di sodalizi extraterritoriali suscettibili di modificare lo scenario di riferimento.

L’indagine avrebbe permesso di contestualizzare i convergenti progetti e strategie criminali tra l’ex clan Romito e la batteria foggiana dei Moretti-Pellegrino-Lanza in direzione del comparto ittico e marittimo di quel territorio. L’alleanza sarebbe anche funzionale per l’ex clan Romito all’ampliamento della propria influenza nei comuni di Vieste, San Marco in Lamis, Apricena, Torremaggiore e San Severo.

Fino agli inizi del 2000, i Romito, ora Romito-Lombardi-Ricucci, erano inquadrati nel clan dei Montanari. La discovery giudiziaria del processo ‘Iscaro&Saburo’ ne sancì la scissione, dando inizio ad una lunga e sanguinosa faida che non risparmiò alcuni dei rappresentanti dei Romito.

Il sodalizio opera nell’area Manfredonia-Mattinata-Monte Sant’Angelo (frazione di Macchia) alla stregua dei Montanari, si è radicato anche nella città di Vieste ed è presente tramite alcune cellule anche nel promontorio tra San Marco in Lamis ed Apricena.

Sull’intera area garganica il clan può comunque contare su appoggi e sinergie con figure di estremo interesse info-operativo come quella del significativo elemento di raccordo tra i clan Romito e Raduano di Vieste, quest’ultimo opposto agli Iannoli-Perna alleati a loro volta con il clan Li Bergolis.

L’area ricompresa tra Comune di San Marco in Lamis e quelli di Rignano Garganico, San Nicandro Garganico, Cagnano Varano e San Giovanni Rotondo rappresenta un contesto criminale di complessa eterogeneità.

Secondo quanto riporta la Dia nella relazione pubblicata in data odierna, da tempo San Marco in Lamis e Rignano Garganico registrano la presenza di due gruppi, i Martino e i Di Claudio-Mancini, in forte contrapposizione, ai quali si aggiungerebbero nuove figure referenti in quel territorio anche per i sodalizi di Foggia e San Severo.

Più dinamica è la realtà criminale nei territori dei comuni di San Nicandro Garganico e Cagnano Verano che rappresentano obiettivi strategici dell’azione di catalizzazione da parte dei sodalizi strutturati nel promontorio, soprattutto nell’ambito degli stupefacenti.

L’assunto trova riscontro nei risultati investigativi delle inchieste ‘Casablanca’ e ‘Doppio Zero’ del mese di giugno 2022 concluse dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza. L’inchiesta ‘Casablanca’ del 3 giugno 2022, che coinvolge anche il territorio molisano, oltre a individuare nella città di San Severo la sede principale dell’approvvigionamento di droga ha evidenziato come gli acquirenti di sostanze stupefacenti provenissero sia dall’hinterland sannicandrese, sia da Termoli.

L’indagine ‘Doppiozero’ del 17 giugno 2022, invece, offre uno spaccato informativo qualificato circa gli assetti delinquenziali a San Nicandro.

Nel confermare, infatti, il ruolo strategico di quel territorio nel settore degli stupefacenti, i riscontri investigativi avrebbero restituito l’immagine di un instabile tessuto criminale esposto a frizioni interne tra soggetti qualificati e da sempre legati a contesti di criminalità organizzata.

Sullo sfondo farebbe da cornice la perdurante operatività del gruppo mafioso facente capo alla famiglia Tarantino, rappresentata dai successori dei suoi capi storici, che risulta tutt’oggi attivo nel traffico di sostanze stupefacenti e nei reati predatori.Ridimensionato dalla faida decennale che lo ha visto contrapposto alla famiglia Ciavarrella, sembra aver ripreso nuovo slancio potendo contare su giovani leve, su vecchi sodali tornati in libertà e sulle storiche saldature con il clan dei Montanari di Monte S.Angelo.

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