L’accusa di Canonico a Gallo: “Se scappi non hai la coscienza a posto”

Questione di soldi. È in sintesi la motivazione che si celerebbe dietro alla decisione di Gallo di lasciare Foggia. A spiegarla, il presidente Canonic

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Questione di soldi. È in sintesi la motivazione che si celerebbe dietro alla decisione di Gallo di lasciare Foggia. A spiegarla, il presidente Canonico e il diesse Sapio. Quest’ultimo ricostruisce le ultime ore, dal messaggio inviato da parte dell’agente del tecnico di Bollate prima al presidente, poi allo stesso diesse, avente per oggetto il rinnovo del contratto: “L’idea della società era di parlarne a fine stagione”, ha spiegato il giovane direttore sportivo, il quale ha anche precisato l’esistenza di una clausola nel contratto firmato lo scorso ottobre, di rinnovo automatico in caso di arrivo tra le prime cinque. Un accordo che fu stipulato con l’allora direttore sportivo Lauriola: “Il mister è venuto meno a questo accordo, che aveva delle cifre stabilite che ha chiesto di raddoppiare”.

Non ci sarebbe nient’altro. Neppure quel “fatto gravissimo” accennato ai microfoni di una emittente locale dallo stesso Gallo, interpellato telefonicamente: “Siamo curiosi di conoscerlo”, la replica del presidente, che non nasconde la delusione, ma soprattutto il risentimento: “Una società non può essere ostaggio dell’allenatore. Se è andato via vuol dire che non tiene al Foggia. Non ha neppure salutato il gruppo squadra. Se scappi è perché non hai la coscienza a posto. Non è stato professionale, ma ce ne faremo una ragione”.

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Lo staff di Gallo non seguirà il tecnico dimissionario. Ora, però, bisognerà andare alla ricerca di un altro tecnico. Impresa non semplice, anche perché le alternative di livello a disposizione non sono molte. Servirà anche trovare qualcuno che accetti di mettersi alla prova per i prossimi tre mesi e mezzo. Dovrà essere un uomo di personalità, qualità che Canonico ribadisce come un’anafora: “Stiamo già sentendo un po’ di allenatori. Se siamo bravi, lo prenderemo già questa settimana, ma non dobbiamo avere fretta. Le norme federali ci danno 30 giorni di tempo”.

Il presidente ammette le frizioni, cominciate già durante il mercato, quando mister Gallo non ha accolto con grande favore l’arrivo di Antonio Vacca, fino ad alcune critiche rivolte per la gestione della gara di Alessandria con la Juve: “Ognuno ha un ruolo proprio, ma il confronto nella vita è fondamentale. Ho lamentato che non abbiamo fatto 6 sostituzioni, considerando che in panchina c’erano Kontek e Odjer e la squadra fosse stanca. Poi, forse, saremmo stati eliminati lo stesso, ma le alternative c’erano”. Rigetta gli appunti di chi ha evidenziato la ristrettezza della rosa: “Abbiamo degli infortunati, li recuperiamo e avremo i ricambi. Se uno ragiona sugli indisponibili, bisognerebbe avere una rosa di 30 giocatori”. +

Le punzecchiature a distanza rivolte al mister proseguono: “Mi ha ferito nel post partita con la Juve Stabia, quando ha detto che a Foggia non si può vivacchiare e che serva un progetto. Faccio presente che, a parte alcuni giocatori in prestito, gran parte della rosa è composta da giocatori sotto contratto. Se questa non è programmazione, allora che cos’è?”.

Difende le scelte di mercato di Sapio: “Ha portato qui Beretta, Thiam oltre a Vacca, le cui qualità le conoscete meglio di me. Non ho uno stolto a fianco a me, ma un ragazzo che mastica calcio. Piergiuseppe ci darà grosse soddisfazioni e resterà con me anche l’anno prossimo se io sarò ancora presidente”. E giù altre frecciate all’ormai ex tecnico: “Prima di mandar via Nicolao ci siamo confrontati, disse che Rizzo avrebbe potuto fare il vice Costa. Non dimentichiamo che prima di venire qui a Foggia era in Azerbaijan a mettere i cinesini a terra. Non ricordo abbia vinto dei campionati. Ci fu segnalato Vono, ma noi sappiamo distinguere i calciatori dai pacchi

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