Le famiglie italiane lanciano l’allarme «Insostenibili i costi per le badanti»

Le famiglie italiane alle prese anche con l’aumento degli stipendi delle badanti. Con l’impennata dell'inflazione, che da gennaio ha fatto scattare un

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Le famiglie italiane alle prese anche con l’aumento degli stipendi delle badanti. Con l’impennata dell’inflazione, che da gennaio ha fatto scattare un incremento del 9,2% dei minimi retributivi, il costo per la gestione degli anziani e dei non autosufficienti rischia di diventare insostenibile per i numerosi nuclei familiari che ricorrono a un aiuto esterno.

La preoccupazione emerge da uno studio condotto sulle famiglie datrici di lavoro domestico associate a Assindatcolf, che ha anche fatto emergere la netta preferenza per un assegno universale da utilizzare per l’assistenza all’indennità di accompagnamento. Quasi 6 su 10, il 59%, affermano di essere in difficoltà. «Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare» è il titolo del rapporto realizzato dal Censis per Assindatcolf, da cui emerge peraltro che il 52% dei lavoratori domestici è irregolare. A motivare l’insostenibilità della spesa per le prestazioni di una badante vi sono ragioni che rimandano soprattutto al crescente bisogno di assistenza, da una parte, e all’indisponibilità futura di risorse avendo già usufruito dei propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale e necessario.

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Per questo, nella scala di priorità degli strumenti più urgenti da adottare nell’ambito della tutela della non autosufficienza, le famiglie posizionano al primo posto la previsione di incentivi all’assunzione per ridurre il costo che si deve sostenere per la badante.

Segue, al secondo posto, la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane. Al terzo posto, il miglioramento dell’invecchiamento attivo, con la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali.

Interpellate sui nuovi strumenti di tutela previsti nel disegno di legge delega in favore delle persone anziane, 8 famiglie su 10 (l’82,9%) hanno dichiarato di preferire una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto, rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo, scelto solo dal 17,1% degli intervistati.

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