La Puglia dice «cheese», la burrata è terza nella classifica mondiale di Taste Atlas

incere regala sempre una bellissima soddisfazione. Nello sport, in politica, nei risultati aziendali e, facile comprenderlo, anche a tavola. Il trionf

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incere regala sempre una bellissima soddisfazione. Nello sport, in politica, nei risultati aziendali e, facile comprenderlo, anche a tavola. Il trionfo porta gloria e notorietà, ma genera anche qualche risentimento. Lo sa bene l’Italia che, nelle ultime ore, con un trionfo anche pugliese, ha portato a casa un nuovo e prestigioso traguardo su un terreno di sfida gustoso e delicato, che da sempre la vede contrapposta alla Francia dove, incredibile a dirsi, la pizza resta fra i prodotti più consumati.
La notizia è presto che mangiata: su dieci formaggi ritenuti i migliori del mondo il numero uno è italiano; non solo, il Belpaese ricopre otto posizioni nella top ten internazionale. A dirlo è «Taste Atlas», portale gastronomico di riferimento per gli appassionati del settore che, a livello mondiale, fornisce informazioni e suggerimenti sulle tradizioni della tavola, i prodotti eccellenti e i ristoranti. Il primo, ghiotto, posto in classifica va al Parmigiano Reggiano, amato a livello planetario, seguito subito dopo da Gorgonzola piccante e dalla Burrata pugliese, medaglia di bronzo globale. Al quarto, dietro la «meraviglia bianca» del Tacco, si posiziona il Grana Padano accompagnato, in quinta succulenta posizione, dal primo formaggio straniero che fa la sua comparsa nell’elenco, il messicano Oaxaca cheese.
La Puglia dice «cheese», la burrata è terza nella classifica mondiale
Stracchino di Crescenza e mozzarella di bufala campana si aggiudicano rispettivamente la sesta e la settima posizione per lasciare il campo, in chiusura, al Pecorino sardo e a quello toscano. Numeri e percentuali alla mano, insomma, i migliori formaggi del mondo parlano rigorosamente italiano. Considerazione ancora più calzante se si considera che ben diciotto formaggi dei cinquanta selezionati sono rigorosamente Made in Italy. A questo punto, la domanda sorge spontanea: cosa avranno pensato di questa bislacca graduatoria i cugini d’Oltralpe, così fieri dei loro stagionati e che mal digeriscono i rivali a tavola? Vedersi posizionati al tredicesimo posto, troppo lontani dalle luci del podio, con il loro Reblochion, ha fatto tremare tavoli e sedie. In Francia i produttori artigiani, contadini e industriali producono, dall’inizio del Ventunesimo secolo, più di un migliaio di varietà di prodotti. Primi nel mondo per numero di DOP e IGP, giustamente fieri della loro conoscenza in materia e dei loro terroir, i francesi sono statisticamente anche grandi consumatori di formaggio: ogni cittadino francese ne consuma una media di 24 kg all’anno, posizionandosi nel mondo al secondo posto dopo la Grecia. Francia contro Italia, la simpatica guerra continua: gli affronti italiani, e in qualche caso anche affondi, alla grandeur culinaria francese ormai non si contano più. In fondo, la sfida gastronomica non può che migliorare i risultati.

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