Preoccupazione sul Gargano per la laguna in secca. “Unica soluzione è non sciupare una goccia d’acqua”

Allarme nelle lagune del Gargano. Nell’area orientale della laguna di Varano si è creata una secca piuttosto importante ed estesa probabilmente a segu

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Allarme nelle lagune del Gargano. Nell’area orientale della laguna di Varano si è creata una secca piuttosto importante ed estesa probabilmente a seguito delle scarse precipitazioni avute nel corso dell’anno e allo scarso ricambio idrico laguna-mare. Le condizioni critiche in cui versano le lagune garganiche è stato denunciato più volte in questi mesi.

A tal proposito abbiamo sentito il parere della biologa marina Lucrezia Cilenti del Cnr-Irbim di Lesina. “Nello specifico la laguna di Varano è infatti alimentata da numerose sorgenti anche subacquee (polle) che raccolgono acque provenienti a monte del Gargano che per la sua natura carsica, percolano fino a sfociare nelle numerose sorgenti a livello del mare. Dall’analisi dei dati pluviometrici dell’anno 2022, infatti, si evince, se confrontati con gli anni precedenti, che le precipitazioni sono state scarse e laddove presenti sono state di natura alluvionale. Questa situazione infatti avrebbe portato a un dilavamento del terreno con un mancato effetto di  percolamento e di accumulo dell’acqua che alimenta le sorgenti. Se appare chiaro che il cambiamento climatico in atto evidenzia problemi legati all’innalzamento della temperatura, della salinità e ai processo di desertificazione, è altrettanto vero che gli ecosistemi lagunari sono per natura effimera e abbisognano dell’intervento dell’uomo per mantenerli sani e produttivi attraverso la gestione dei canali di comunicazione con il mare. In aggiunta come dichiarato dal prof. Pietro Vittorio Curzi, ex docente di Geologia Marina, la siccità non è finita e non terminerà nel prossimo futuro (Riscaldamento Globale)”.

E conclude: “L’unica soluzione temporanea possibile è non sciupare nemmeno una goccia d’acqua, anzi raccoglierla con invasi, dighe, serbatoi, ecc. anche di modeste dimensioni. In seconda battuta sarebbe bene iniziare a pensare a dissalatori, magari azionati da fonti rinnovabili, per le popolazioni rivierasche in particolare”.

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