Sisma in Turchia, da Foggia Piantedosi rassicura: «Pronti a partire con gli aiuti». Oltre 3mila i morti. Revocato allarme maremoto in Puglia

«Abbiamo già pronte le risorse e squadre dedicate per la ricerca in contesti urbani drammatici come quelli che si sono verificati in Turchia. Esprimo

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«Abbiamo già pronte le risorse e squadre dedicate per la ricerca in contesti urbani drammatici come quelli che si sono verificati in Turchia. Esprimo solidarietà e vicinanza al governo e al popolo turco. Noi italiani sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto. Abbiamo già un modulo pronto dei vigili del fuoco, più altre risorse di natura tecnologica, siamo pronti a partire non appena ci sarà il consenso del paese aiutato. È questione di ore».

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Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Foggia, a margine del comitato per la sicurezza. Il terremoto che ha colpito Turchia e Siria ha dell’eccezionale. Il bilancio aggiornato è salito ad oltre 3mila morti.

Le autorità turche hanno annunciato almeno 1.651 vittime, mentre almeno 1.000 morti si contano nella vicina Siria. Secondo l’Oms i morti potrebbero essere fino ad otto volte di più.

Almeno 120 scosse di assestamento si sono verificate dopo il potente terremoto di stanotte nel sud della Turchia, secondo un aggiornamento dell’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad).

A questo sisma ne è seguito un altro in mattinata – alle 11:24 ora italiana, di magnitudo 7.5 – mentre secondo l’Istituto geofisico statunitense USGS le scosse di assestamento sono almeno 31 finora.

La scossa è stata di una portata tale da provocare anche un allarme tzunami diramato all’alba dalla Protezione civile, poi rientrato. Il suggerimento è solo quello di mantenere alta l’attenzione e di non stazionare lungo le coste. Già ripristinata la  circolazione ferroviaria in Puglia, Sicilia e Calabria, bloccata intorno alle 6.30. È ripartita dopo un’ora.

I DATI DELL’INGV 

Il terremoto di magnitudo 7.9 avvertito alle 02:17 ore italiane (04:17 locali) in Turchia ha colpito il sud del paese e la Siria settentrionale, una zona altamente sismica, tra quelle con la pericolosità più alta del Mediterraneo. Secondo alcune stime, informa l’Ingv, ci sarebbero oltre 1.700 edifici crollati (totalmente o parzialmente): il sisma ha avuto un ipocentro a 7 km di profondità ed è stato fortemente sentito nelle 10 province meridionali del paese, nonché nelle vicine Siria e Libano. Dopo la scossa principale sono state localizzate oltre 200 repliche: tra queste la più forte, fino a questo momento, si è verificata alle 11:24 ore italiane ed ha avuto magnitudo 7.5; altre scosse rilevanti hanno avuto magnitudo superiore a 6.0.  Nonostante la relativa quiescenza sismica di questa area, la Turchia meridionale e la Siria settentrionale hanno subito in passato terremoti significativi e distruttivi, come quelli del 859 d.C., del 1124 (magnitudo 6.9) e del 1513 (7.4). Al confine con la Siria, nei pressi della città di Aleppo, è da ricordare il terremoto del 13 agosto 1822 (magnitudo 7.4) che provocò un numero di vittime stimato tra 20.000 e 60.000.

L’ALLARME TSUNAMI SULLE COSTE PUGLIESI (POI RIENTRATO)

In seguito al sisma avvenuto tra Siria e Turchia e sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane che potrebbe interessare anche le coste pugliesi a partire da quella di Gallipoli dalle ore 6:40 circa. Il livello di allarme è rosso e si raccomanda alla popolazione di evitare di percorrere a piedi o in auto tutti i tratti costieri e le strade del litorale nella fascia oraria dalle ore 6:30 fino all’emissione del messaggio di cessato allarme.
L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – spiega la Protezione civile – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti.

LA SOLIDARIETÀ DELLA BASILICATA AL DRAMMA TURCO

La «solidarietà, l’affetto e la vicinanza» dei lucani alle popolazioni della Turchia e della Siria colpite dal terremoto sono state espressi dal presidente del consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala.
In una nota diffusa dall’ufficio stampa dell’assemblea, Cicala ha aggiunto che «non possiamo non testimoniare la nostra solidarietà a chi è oggi duramente provato da questa immane sofferenza. Nell’esprimere il nostro cordoglio, siamo vicini alle popolazioni e il nostro pensiero va alle famiglie di quanti hanno perso la vita e ai feriti».

L’allarme scattato dopo il terremoto in Turchia

Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile aveva diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria delle ore 2:17. In un comunicato, la Protezione civile aveva «raccomandato di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali». L’allarme è rientrato intorno alle ore 7.

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